Cinque virus, una mamma e una torta alle mele
Che la vita non sia perfetta, è una scontata banalità. E che la vita da mamma a volte possa essere ancora meno perfetta, probabilmente lo sapevate già prima di me. Sempre in bilico tra centinaia di cose da fare, tra sensi di colpa e voglie di libertà ("me li meriterò 10 minuti, dieci, per me stasera, no??'"), tra stimoli continui sulla gioia di essere madri, "ma non ti dimenticare che per prima cosa sei anche moglie e donna", come riecheggia minacciosa ogni singola rivista femminile. Seeee, ok. E in più, tutti i luoghi comuni e i continui confronti con le altre mamme, sulla loro idea di pisolino, di alimentazione, di educazione.
Poi ci si mettono cinque virus consecutivi (primo anno di nido, che ci vuole?), che anche io ho vinto alla lotteria della fortuna insieme alla piccina, una colica addominale e quindi... a un certo punto urge uno stop. Non è che ti vuoi fermare, è che proprio non riesci ad assumere una posizione eretta, ma solo quella sposabile a un divano. Un paio di giornate a casa, con molto tempo a disposizione. All'inizio una sensazione di incredulità (che davvero, non devo fare niente?), poi una sbornia vera e propria di vita. Che in realtà per me si concretizza con tanti libri, tè e un sacco di tempo per pensare. Peccato per il gran mal di stomaco che quello no, non era tra le cose positive.
Ieri anche Emma è rimasta a casa con me (sempre per l'ennesimo virus), pioveva di brutto. Due sono stati gli ingredienti per svoltare la giornata: un libro bellissimo sugli strumenti - con annesso cd per imparare a riconoscerli che ci ha fatto buttare via dal ridere, dato che ci ostinavamo a mimare il tizio che suonava - e una torta alla mele. Una di quelle buone, semplici, che non fanno male a nessuno, nemmeno a noi due, reduci da multiplo-virus. Abbiamo affettato le mele, imparando a contare - con l'unico problema che secondo Emma il sei è bello e quindi va detto più volte - e abbiamo sfornato la torta dicendo che era per colazione. Salvo poi vederla prendere un pezzo ancora tiepido, ridendo.
Perché poi il punto è questo. La vita davvero non è perfetta, come una torta di mele non cotta a puntino o non abbastanza bella come le foto dei libri di cucina. Ma lei sa rendere un attimo perfetto. E tanto basta.
La ricetta è del libro "Bolli bolli pentolino" dei nidi d'infanzia del Comune di Bologna, quindi davvero un gran male non può fare. In più si mettono tutti gli ingredienti insieme e i bambini possono mischiare con il cucchiaio senza fare nessun danno. Nessuna preoccupazione estetica o di buona riuscita. Il gioco fatto torta.
COSA SERVE:
un chilo di mele
2 uova
200 gr di farina
100 gr di zucchero
40 ml di olio di oliva
200 ml di latte
scorza grattugiata di un limone
una bustina di lievito (16 gr)
Sbucciare le mele e tagliarle a fettine sottili. Mettere in un recipiente la farina a fontana. A parte sbattere le uova con lo zucchero, poi aggiungerle alla farina. Versare tutti gli ingredienti insieme e mescolare bene, da ultimo aggiungere le mele e girare più volte con un mestolo. Imburrare e infarinare uno stampo tondo e infornare a 180 gradi per almeno un'ora.
Accompagnate con una bella risata e perché no... con un bel classico. A casa nostra va per la maggiore: Pierino e il lupo
Poi ci si mettono cinque virus consecutivi (primo anno di nido, che ci vuole?), che anche io ho vinto alla lotteria della fortuna insieme alla piccina, una colica addominale e quindi... a un certo punto urge uno stop. Non è che ti vuoi fermare, è che proprio non riesci ad assumere una posizione eretta, ma solo quella sposabile a un divano. Un paio di giornate a casa, con molto tempo a disposizione. All'inizio una sensazione di incredulità (che davvero, non devo fare niente?), poi una sbornia vera e propria di vita. Che in realtà per me si concretizza con tanti libri, tè e un sacco di tempo per pensare. Peccato per il gran mal di stomaco che quello no, non era tra le cose positive.
Ieri anche Emma è rimasta a casa con me (sempre per l'ennesimo virus), pioveva di brutto. Due sono stati gli ingredienti per svoltare la giornata: un libro bellissimo sugli strumenti - con annesso cd per imparare a riconoscerli che ci ha fatto buttare via dal ridere, dato che ci ostinavamo a mimare il tizio che suonava - e una torta alla mele. Una di quelle buone, semplici, che non fanno male a nessuno, nemmeno a noi due, reduci da multiplo-virus. Abbiamo affettato le mele, imparando a contare - con l'unico problema che secondo Emma il sei è bello e quindi va detto più volte - e abbiamo sfornato la torta dicendo che era per colazione. Salvo poi vederla prendere un pezzo ancora tiepido, ridendo.
Perché poi il punto è questo. La vita davvero non è perfetta, come una torta di mele non cotta a puntino o non abbastanza bella come le foto dei libri di cucina. Ma lei sa rendere un attimo perfetto. E tanto basta.
La ricetta è del libro "Bolli bolli pentolino" dei nidi d'infanzia del Comune di Bologna, quindi davvero un gran male non può fare. In più si mettono tutti gli ingredienti insieme e i bambini possono mischiare con il cucchiaio senza fare nessun danno. Nessuna preoccupazione estetica o di buona riuscita. Il gioco fatto torta.
COSA SERVE:
un chilo di mele
2 uova
200 gr di farina
100 gr di zucchero
40 ml di olio di oliva
200 ml di latte
scorza grattugiata di un limone
una bustina di lievito (16 gr)
Sbucciare le mele e tagliarle a fettine sottili. Mettere in un recipiente la farina a fontana. A parte sbattere le uova con lo zucchero, poi aggiungerle alla farina. Versare tutti gli ingredienti insieme e mescolare bene, da ultimo aggiungere le mele e girare più volte con un mestolo. Imburrare e infarinare uno stampo tondo e infornare a 180 gradi per almeno un'ora.
Accompagnate con una bella risata e perché no... con un bel classico. A casa nostra va per la maggiore: Pierino e il lupo
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