tag:blogger.com,1999:blog-3818608654986680062024-02-07T12:13:38.727+01:00Profumo di biscottimusica e dolci contro il cattivo umoreElisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.comBlogger97125tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-67272565048935216632019-08-11T15:46:00.002+02:002019-08-11T15:46:36.316+02:00Una manciata di pinoli sulla torta per rallentare il tempo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-ZlKjSXGVAvjtq81GfVxLfodLcgs2D_zweET52K4S5gPo795NLkv-FuHHDKoHXU-4pzPuRH2jLipDmq4_w9kwoxvrXs0tPkGVSYLP23B2C_OMS8GRM5IrU-kR5oNyGTEVa6e9kVQEdl8/s1600/IMG_4574.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-ZlKjSXGVAvjtq81GfVxLfodLcgs2D_zweET52K4S5gPo795NLkv-FuHHDKoHXU-4pzPuRH2jLipDmq4_w9kwoxvrXs0tPkGVSYLP23B2C_OMS8GRM5IrU-kR5oNyGTEVa6e9kVQEdl8/s320/IMG_4574.JPG" width="240" /></a></div>
Avete mai la sensazione concreta che il tempo vada a velocità diverse? Questa estate vorrei premere una specie di rallentatore per far scorrere le giornate più lentamente, soprattutto dopo aver osservato Emma: non so come sia successo, me la sono trovata improvvisamente grande sotto gli occhi. Gentile e ribelle q.b., curiosa e determinata, a volte mi sembra che abbia ben più dei suoi sette anni. E, come è giusto che sia, ha una gran furia di crescere: uno spettacolo straordinario a vedersi qui da dietro le quinte.<br />
<br />
In questi giorni mi è capitato sotto mano al Poggio il quaderno con le ricette storiche della mamma, quelle della mia infanzia per capirsi ed è saltata fuori la mitica "pinolata", che poi fondamentalmente è una specie di quattro quarti con una manciata di pinoli sopra. Ma, appena l'ho assaggiata, ci ho ritrovato intatto quel sapore di decenni fa. E qui sugli Appennini i pomeriggi si riempiono con poco, bicchieri di latte, aria aperta, fiori colti. Magari la pinolata funziona come i dolcetti di Alice nel paese delle meraviglie: ci sta che restiamo tutti piccoli un altro pochino...<br />
<br />
Alla ricetta originale che appunto aveva uguali dosi di ingredienti (170 grammi per burro, farina e zucchero) ho fatto un piccolo aggiustamento, aumentando un albume e togliendo un pochino di burro, mi sembra sia venuta buona e così ve la giro.<br />
<br />
COSA SERVE<br />
<br />
150 grammi di burro<br />
170 grammi di farina<br />
170 grammi di zucchero<br />
5 uova (due intere e tre tuorli)<br />
una bustina di vanillina<br />
una bustina di lievito per dolci<br />
pinoli<br />
<br />
Sciogliere il burro e far raffreddare. Sbattere le uova con lo zucchero finché il composto non aumenta di volume e diventa chiaro, aggiungere la farina e la vanillina, il burro sciolto e il lievito. Versare in una tortiera imburrata e infarinata e spolverare generosamente con i pinoli. Infornare a 180 gradi in forno statico per circa 30 minuti.<br />
<br />
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<br />
Questa estate abbiamo una dipendenza da Spotify ed Emma ha scoperto Duets di Cristina D'Avena, per cui ci sentiamo catapultati negli anni Ottanta :) Ma girellando ho ritrovato questa canzone con <span style="color: purple;"><b>Eddie Vedder </b></span>che mi piace tantissimo, per cui <b><span style="color: purple;">"Throw your arms around me"</span></b> con <span style="color: purple;"><b>Neil Finn</b></span><br />
<span style="color: purple;"><b><br /></b></span>
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<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/ZsS9gfvwP_k/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/ZsS9gfvwP_k?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<br />Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-45850034581747538562019-03-12T14:33:00.002+01:002019-03-13T09:44:33.969+01:00La perfezione della semplicità: una torta di mele sopra i tetti di FirenzeSe c'è una cosa che ho imparato è: mai sottovalutare una torta di mele. Può sembrare semplice, ma se la ricetta è quella di famiglia, se la si mangia tiepida sopra i tetti di Firenze, una torta di mele può essere una rivelazione.<br />
<br />
Questa ricetta l'ho "rubata" a <b>Laura Toselli</b>, padrona di casa insieme a <b>Simone Arnetoli</b>, di <a href="https://www.instagram.com/toscanino_tastingtuscany/?hl=it" target="_blank">ToscaNino</a>, il nuovo locale aperto all'ultimo piano della Rinascente a Firenze, in piazza della Repubblica. Sotto una leggera e ariosa copertura a vetro, hanno trovato spazio tavoli di legno, pareti pastello con i frontespizi dei libri toscani. Un ambiente caldo e raffinato, in cui ho avuto il piacere di fare una merenda gourmet, insieme al gruppo di blogger del tour #Diginetwork organizzato a febbraio da <a href="http://www.vetrina.toscana.it/" target="_blank">Vetrina Toscana</a>, il progetto regionale di promozione delle eccellenze enogastronomiche toscane (e dopo la ricetta vi racconto il resto del tour, tra ciabatte toscane, buchette del vino tra i 'chiassi' di Firenze, tagliatelle con anatra all'arancia, il Negroni che festeggia i suoi primi cento anni...).<br />
Se volete provare un'esperienza mozzafiato, a ToscaNino c'è una terrazza da cui si può ammirare la Bellezza di Firenze (la maiuscola non è a caso...): da una parte il Forte Belvedere, il giardino di Boboli, piazza della Repubblica e, infine, il Duomo. Un'esperienza da fare almeno una volta nella vita: davanti a tutto questo ci si sente un po' come Holly Golightly in Colazione da Tiffany e passano tutte le paturnie. Da ToscaNino si trovano prodotti di oltre cento piccole aziende toscane e dei consorzi di tutela e, ovviamente, oltre ad acquistare, si può mangiare. Da non perdere lo Sbirulino, fatto con farina toscana, sfornato fresco tutti i giorni e accompagnato da salumi e formaggi.<br />
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Tornando alla torta alle mele sono rimasta colpita dalla semplicità e dalla perfezione di questo dolce, che è morbido, umido, profumato: la ricetta è proprio di Laura, che ce l'ha portata a tavola accompagnata da un caldo sorriso. La torta è di facile e veloce esecuzione e poco pesante (fondamentalmente è davvero fatta per la maggior parte di mele), quindi si può mangiare anche dopo cena.<br />
<br />
<br />
COSA SERVE:<br />
4 mele<br />
un uovo<br />
100 grammi di farina<br />
50 grammi a temperatura ambiente di burro<br />
70 grammi di zucchero di canna (50 per l'impasto, 20 per la superficie)<br />
buccia grattugiata di un'arancia non trattata<br />
pinoli (q.b)<br />
un pizzico di sale<br />
mezza bustina di lievito<br />
<br />
Sbucciare e tagliare a fettine sottili le mele. Sbattere l'uovo con 50 grammi di zucchero, aggiungere il burro morbido, la farina, il lievito, il pizzico di sale e l'arancia grattugiata, i pinoli, il lievito e le mele, mescolare con delicatezza. Adagiare su una teglia e cospargere con i 20 grammi di zucchero rimasti e infornare a 180 gradi per mezzora. Semplice no? A casa nostra è durata nemmeno mezza giornata...<br />
<br />
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Toscanino, come altre realtà che ho scoperto grazie al tour, fa parte insieme ad altri locali, di una rete, <b>#DigiNetwork</b>: Vetrina Toscana in Digitale, è un gruppo di 8 piccole imprese che hanno deciso di intraprendere
insieme un percorso per ottimizzare la reputation online, l'immagine, la comunicazione, il branding. Un nuovo
modo di fare impresa che si avvale di un pool di esperti e di strumenti tecnologici aggiornati.
Di questa piccola rete, focalizzata nell'ambito enogastronomico dell'area fiorentina, fanno parte i ristoranti:
<b>Boccanegra, La Forca, Kome, MangiaPizzaFirenze, Red Garter, ToscaNino, il catering Lo Scalco e l'agenzia di viaggi
Beauty in Italy. </b><br />
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La giornata è iniziata a <a href="http://www.mangiapizzafirenze.it/" target="_blank">MangiaPizzaFirenze</a>, nelle vie del centro storico, tra Ponte Vecchio e Palazzo della Signoria. Qui non si produce una qualsiasi pizza, ma una ciabatta toscana. A spiegarci il segreto di questa bontà è stata la padrona di casa, Melania Cannistrà. La ciabatta viene prodotta rigorosamente solo con ingredienti toscani, a partire dalla farina, la Gran Prato del <a href="https://molinobardazzi.wordpress.com/" target="_blank">Molino Bardazzi </a>di Vaiano. La farina Gran Prato è un progetto molto interessante, che mette in rete coltivatori, mugnai e fornai per l'utilizzo di grani locali per una produzione sostenibile e giusta. E buona, aggiungiamo noi. L'impasto a MangiaPizza viene fatto lievitare in bigoncia, per permettere ai lieviti di "ballare" e, una volta cotta, la ciabatta è accompagnata con prodotti toscani, come la Mortadella di Prato, la Finocchiona, il pecorino. Oltre che al gusto, la ciabatta è buona "nello stomaco": risulta leggera e digeribilissima.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9TSC1SbVZsRWXGAQ9hJWMEXW7QGGRzmGWA5_cFNFHnOSQvKDIYN6nNw1zHpOWDis33TnrGIbB72f8wgDH2fFXs1bTXRJpbq8Dx63_kyBKbs7hcEQkhC5NGJYBECHbEQCGYmOZsUQxSaA/s1600/IMG_1964.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1207" data-original-width="1600" height="241" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9TSC1SbVZsRWXGAQ9hJWMEXW7QGGRzmGWA5_cFNFHnOSQvKDIYN6nNw1zHpOWDis33TnrGIbB72f8wgDH2fFXs1bTXRJpbq8Dx63_kyBKbs7hcEQkhC5NGJYBECHbEQCGYmOZsUQxSaA/s320/IMG_1964.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpjANC7Xxz8PuqgfGWVaPVkeTtyYwfauVA1awCPUmt5c2vT8eNaiVaCX26X2ivw-ulb6kFVwZp77kL_ATa3as_p4rWVpDx6JuojCxETBd0xPt6yrMB4_NErttDcFvvWpTw4uutixh6_aM/s1600/IMG_1968.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpjANC7Xxz8PuqgfGWVaPVkeTtyYwfauVA1awCPUmt5c2vT8eNaiVaCX26X2ivw-ulb6kFVwZp77kL_ATa3as_p4rWVpDx6JuojCxETBd0xPt6yrMB4_NErttDcFvvWpTw4uutixh6_aM/s320/IMG_1968.JPG" width="240" /></a></div>
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Dopo il mangiare, ci vuole il bere: e infatti siamo andati alla scoperta delle buchette del vino. A Firenze se ne trovano un po' in tutto il centro storico: era una "finestrina" sul muro dei palazzi dove si passava e acquistava il vino. Ci ha guidato alla scoperta di alcune buchette, Violetta di <a href="https://www.beautyinitaly.com/" target="_blank">Beauty in Italy</a>, una piccola agenzia che da anni opera nell’incoming, creando formule personalizzate per turisti che vengono in Toscana per scoprirne le tradizioni, la storia e la cultura del “buon vivere”. Tra le varie curiosità scoperte durante il giro, c'è questa: lo sapete perché si dice "avere il braccino corto?" per indicare una persona avara? Perché i commercianti di stoffe al mercato mandavano a vendere i ragazzini di bottega, quindi ancora piccoli. Dato che la stoffa si vendeva a "braccio", più il braccio era corto per la giovane età, più il commerciante guadagnava.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJm2nLSfHdWN2nKj1SScNXur_xOn5J_EcBNUKnkrUGZP7GYR5sT7gw-KuGHYaDAfpG8omBIalmbJfcVp0eODeK2JbGGUlKCsNRTDIeBHLmsqqjeX_Bze4fcAYTEGDj_xAGWlde74LaumU/s1600/IMG_1981.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJm2nLSfHdWN2nKj1SScNXur_xOn5J_EcBNUKnkrUGZP7GYR5sT7gw-KuGHYaDAfpG8omBIalmbJfcVp0eODeK2JbGGUlKCsNRTDIeBHLmsqqjeX_Bze4fcAYTEGDj_xAGWlde74LaumU/s320/IMG_1981.JPG" width="240" /></a></div>
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Dopo una passeggiata nel cuore di Firenze, tappa al ristorante <a href="https://www.instagram.com/boccanegrafirenze/?hl=it" target="_blank">Boccanegra</a>: gli spazi si trovano all’interno del Palazzo trecentesco Salviati-Quaratesi. Il ristorante è specializzato in piatti che uniscono la tradizione fiorentina all’innovazione,
l'osteria propone cucina tradizionale toscana, la pizzeria offre prodotti a lievitazione naturale e un'attenzione
particolare per una pausa pranzo veloce, ma rilassata. Ospite anche il <a href="https://www.instagram.com/loscalcocatering/?hl=it" target="_blank">catering Lo Scalco</a>, catering con attenzione ai prodotti toscani che ha raccontato quali sono le ultime tendenze in fatto di tavola e arte del ricevere, e il ristorante <a href="https://www.instagram.com/ristorantelaforca/?hl=it" target="_blank">La Forca</a>, che dal 1950 interpreta la cucina toscana con prodotti tipici selezionati ed
acquistati dal vicino mercato di San Lorenzo da piccoli produttori locali. Ho assaggiato dei crostini di fegatini fatti come li preparavano le nonne, un sapore che mi ha colpito e che mi ha fatto davvero piacere ricordare e delle tagliatelle con sugo di anatra all'arancia. Cucina francese? Ma per niente: è stata Caterina de' Medici a portare in Francia, sua patria di adozione dopo le nozze con Enrico II, a introdurla nei menu dell'epoca.<br />
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Ma la Toscana non è solo storia e tradizione: anche il sushi a Firenze trova la strada per essere reinterpretato e innovato. <a href="https://www.instagram.com/kome_firenze/?hl=it" target="_blank">Kome</a> a pochi passi da Santa Croce, ha un'anima fusion con nel cuore i prodotti toscani ed è l'unico locale in Italia a possedere il bollino che certifica i processi produttivi
e lavorativi del ristorante, garantendo la sicurezza alimentare insieme alla tradizione dell’autentica cucina
Giapponese. I sushiman hanno dato vita a creazioni originali utilizzando cavolo nero, olio toscano Igp per un mix di culture e sapori interessante.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrX4onk7cdJR-V4jWZqmvuQIWYLQny_DzFJ6XbpYsN6cfSEFMWWy1TuWIbztavLie1AXtSHRlOjSKSZM2PNZ1hGo_-4YEZrxhJ4kWgVlCNcWIuPlc74xTI-nYpc_j4RKWrQ7cxD4RpRPs/s1600/IMG_2058.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1281" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrX4onk7cdJR-V4jWZqmvuQIWYLQny_DzFJ6XbpYsN6cfSEFMWWy1TuWIbztavLie1AXtSHRlOjSKSZM2PNZ1hGo_-4YEZrxhJ4kWgVlCNcWIuPlc74xTI-nYpc_j4RKWrQ7cxD4RpRPs/s320/IMG_2058.JPG" width="256" /></a></div>
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Infine, per chiudere questo tour, abbiamo festeggiato i cento anni del Negroni, nato nel 1919 proprio a Firenze. Il <a href="https://www.instagram.com/redgarter.florence/?hl=it" target="_blank">Red Garter</a> nella zona di Santa Croce, con più di 50 anni di storia alle spalle, è stato uno dei primi American
Bar in Italia. E quindi in chiusura: americano come un hamburger, toscano come il pecorino o la finocchiona per i panini, per un mix gustoso, magari accompagnati da un Negroni.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikng4TMi2NsKWakDrBcpUxvg4WwQDdgyzIEBG1Nf76XSqhCoht48NjLEFKu-K8XdgOIj8ciFXDDIMmg12DZcHFpxJqolF7jc2c9oUNWJg4arlYuEYX8k6yaBvNIFu2K0LiQAJH_xkOoxM/s1600/IMG_2109.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikng4TMi2NsKWakDrBcpUxvg4WwQDdgyzIEBG1Nf76XSqhCoht48NjLEFKu-K8XdgOIj8ciFXDDIMmg12DZcHFpxJqolF7jc2c9oUNWJg4arlYuEYX8k6yaBvNIFu2K0LiQAJH_xkOoxM/s320/IMG_2109.JPG" width="240" /></a></div>
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<br />Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-21142818913724151952019-02-20T18:16:00.000+01:002019-02-20T18:29:53.394+01:00Guidare con i finestrini aperti a febbraio (e la ricetta del Migliaccio napoletano)In una vita precedente devo aver girato molto, forse ero una contadina o una che faceva le previsioni del meteo. Di una cosa sono sicura: sono stata molto all'aria aperta. Altrimenti non si spiega come mai, in ogni stagione, le mie finestre siano perennemente spalancate, anche i finestrini della Panda in pieno febbraio. Oggi li ho abbassati tutti e, con il volume della radio ben alto, me la sono goduta proprio questa arietta fresca che profuma già di mimosa. Questo tic devo averlo trasmesso a Emma perché anche lei viaggia a finestrini aperti in ogni stagione rischiando, impavida qual è, l'otite. E anche lei adora cantare a squarciagola, non vi dico i duetti.<br />
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Dato che da noi si festeggia praticamente ogni ricorrenza possibile, siamo entrati in pieno mood Carnevale. Domenica scorsa ho fatto i cenci: anche se amo poco friggere adoro i nostri cenci belli croccanti, rigorosamente spolverati con lo zucchero semolato, non a velo. Mi piace immergere il cucchiaio nel barattolo dello zucchero e lasciar cadere una bella cascata bianca. Penso che il prossimo weekend toccherà alle frittelle, ma c'è un altro dolce che mi piace tantissimo fare nel periodo di Carnevale (confesso che mi piace così tanto che l'ho fatto anche d'estate, coperto con le amarene): il Migliaccio napoletano. La ricetta me l'ha passata un'amica, la mitica Sandra, che cucina benissimo e con passione dà vita a pane, focaccia e pizza da medaglia (questo è il suo <a href="https://www.instagram.com/sandra.sanni68/?hl=it" target="_blank">profilo</a> Instagram), ho solo tolto dalla ricetta originale i fiori d'arancio, mi perdonerà ma per me sono troppo aromatici. Viene un dolce umido e profumato di quasi primavera, buonissimo anche il giorno dopo. Provatelo.</div>
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COSA SERVE:</div>
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300 gr di ricotta vaccina buona</div>
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3 uova</div>
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375 ml di latte fresco intero</div>
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75 gr di semolino</div>
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250 gr di zucchero</div>
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scorza grattugiata di limone</div>
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mezzo bicchierino di limoncello</div>
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un cucchiaio di burro</div>
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Mettere il latte in una casseruola e versare a pioggia il semolino girando bene e aggiungere un cucchiaio di burro. Quando sarà sodo, togliere dal fuoco e far raffreddare. Nel frattempo sbattere le uova con lo zucchero, aggiungere la ricotta, il limone grattugiato e il limoncello. Quando il semolino sarà raffreddato, aggiungerlo al composto. Non preoccupatevi se l'impasto sembra troppo liquido, in cottura diventerà sodo e resterà umido. Va in una tortiera a cerniera foderata con carta forno e poi nel forno già caldo a 180 gradi per circa un'ora. Se la superficie diventa troppo scura, si può coprire con la carta d'alluminio, ma a me "l'abbronzatura" non dispiace.</div>
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Sopra ci va un po' di zucchero a velo (oppure le amarene sciroppate) o... anche niente, a me piace proprio così.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqKaNV8zeDswb1EsTfdMDtqUarX6vT0oUeUxtbmbhKQnJvwTcQvfRJ01OXHVGuD5Yzdm0GxDQK7usMRiq1xz59TOOE87lUAeWriswe464I91p6WepPKTyhRMGXopT-VfVzFIRehvPjMBs/s1600/migliaccio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1079" data-original-width="1600" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqKaNV8zeDswb1EsTfdMDtqUarX6vT0oUeUxtbmbhKQnJvwTcQvfRJ01OXHVGuD5Yzdm0GxDQK7usMRiq1xz59TOOE87lUAeWriswe464I91p6WepPKTyhRMGXopT-VfVzFIRehvPjMBs/s320/migliaccio.jpg" width="320" /></a></div>
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In questi giorni di aperture di finestrini, la nostra hit preferita è questa: <b><span style="color: purple;">Elisa e Calcutta cantano "Se piovesse il tuo nome"</span></b>. Buon ascolto!</div>
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<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/fXTfsPGYRn0/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/fXTfsPGYRn0?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
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Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-20397433860277788022018-04-13T16:16:00.000+02:002018-04-13T21:15:47.506+02:00LA ricetta della frolla (e gli anni Ottanta)Detestavo i pantaloni con le ghette. Ricordo che quando mi son trovata a metterli, avrò avuto otto o nove anni, sentivo tirare sotto la pianta del piede, un fastidio assillante e diciamocelo, senza senso. Ed erano pure brutte. Come quei maglioni dai colori strani, le giacche, i tagli dei capelli. Oh, negli anni Ottanta gli anni Ottanta facevano schifo (tranne la musica, ma all'epoca ero un po' confusa, sentivo quella degli anni Sessanta, son sempre stata retro). Adesso no, li guardo con tenerezza e quei ciuffi cotonati appaiono sognanti, i colori sgargianti raccontano una leggera voglia di evasione e le giacche, sì beh, alla fine erano utili a chi aveva poche spalle. Però le ghette mi fanno ancora schifo.<br />
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Perché questa cosa degli anni Ottanta. Perché con colpevole ritardo sono entrata in un tunnel incredibile per Stranger Things (sì, ho scoperto l'acqua calda) e quei tre quarti d'ora serali sul divano me li gusto un sacco, grazie Dav. L'altra scoperta dell'acqua calda è che la giusta distanza dalle cose, dalle persone, da un periodo della vita, lascia meno spazio alle interpretazioni e più alle emozioni nostalgiche. E se c'è qualcosa che per me evoca il ricordo nostalgico dell'infanzia sono ovviamente le torte, la Fiorentina della nonna e il ciambellone di mamma, ma anche le crostate. La crostata perché è la morbidezza del burro, è il gusto della marmellata o della crema fresca, è il profumo del limone, è l'odore biscottato in casa.<br />
Ho provato un'infinità di ricette finché - tombola - ho assaggiato una crostata alla marmellata fatta da una mamma dell'asilo (grazie Silvia!) che mi ha passato la ricetta, confessando di non ricordarsi di preciso se viene da un ricettario di casa o se l'ha trovata a giro. Madre o padre di questa ricetta, se mi senti: GRAZIE. E se la provate, gliene renderete merito anche voi.<br />
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COSA SERVE (per due tortiere circolari piccole o una grande):<br />
250 grammi di farina<br />
125 grammi di burro freddo<br />
100 grammi di zucchero<br />
1 tuorlo e 1 uovo intero<br />
una bustina di vanillina<br />
la scorza di un limone<br />
mezzo cucchiaino di lievito per dolci<br />
un pizzico di sale<br />
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Nella planetaria se l'avete o in una ciotola setacciate la farina (io ho usato la Petra 1 perché ormai ho la fissa) e lavoratela con il burro freddo a tocchetti senza scaldare troppo l'impasto. Aggiungete zucchero, uova, vanillina, limone e sale. Formate un panetto allungato e avvolgetelo nella pellicola, va lasciato in frigo per una mezzora. Una volta tolto dal frigo, lasciatelo qualche minuto a temperatura ambiente e poi stendetelo in una forma tonda o due a seconda della tortiera scelta. Se volete potete guarnire con biscotti o strisce di pasta.<br />
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A me sono venute due crostate piccole, per una ho utilizzato la marmellata di pesche, per l'altra ho messo a sciogliere a bagnomaria l'uovo di cioccolata che avevamo in casa aggiungendo un cucchiaio di burro ed Emma ha fatto le formine con fiori e farfalle. A ognuno la sua crostata.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVcMKrTp3pwh0jripmdi6LwpN2Ek7XIHfNwbkOs-FYrgwFOh0jmdnzn7307uIkBk8_y45f6tfN_MJ-zqi2f-XQdiQycBV9_g1gLli4DRuMX9IjVfAm3LrWLfTL1G9YxqvJnnHvvd-qXNg/s1600/IMG-7838.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1330" data-original-width="1064" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVcMKrTp3pwh0jripmdi6LwpN2Ek7XIHfNwbkOs-FYrgwFOh0jmdnzn7307uIkBk8_y45f6tfN_MJ-zqi2f-XQdiQycBV9_g1gLli4DRuMX9IjVfAm3LrWLfTL1G9YxqvJnnHvvd-qXNg/s320/IMG-7838.jpg" width="256" /></a></div>
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Per rimanere in tema Ottanta, <b><span style="color: purple;">Should I stay or should I go? </span></b><br />
<b><span style="color: purple;"><br /></span></b>
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<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/HNMXDNVKPqw/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/HNMXDNVKPqw?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<b><span style="color: purple;"><br /></span></b>Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-18267509676289231052018-02-09T14:03:00.001+01:002018-02-09T14:34:04.798+01:00Il Berlingaccio, i cenci e altre scoperteChe io vada a fittonate si sa, ormai (dicesi "fittonata" quella mania irrefrenabile e incomprensibile che prende per un gusto, una persona, un autore, una canzone o altro). Nello specifico stavolta è toccato al Carnevale. Son partite peregrinazioni in biblioteca per cercare le storie sulle maschere tradizionali (lascio un titolo al volo, se in casa gironzolano bambini in età da materna: <i>"Arlecchino a Venezia"</i> di Lucia Salemi, meraviglioso), Emma che ha scelto una maschera classicona a bestia (ha una mela rossa in mano...), infine - e non poteva essere diversamente - i dolci fritti.<br />
Ieri sono andata dal fornaio a Sesto Fiorentino e sulla vetrina c'era attaccato un cartello scritto a mano: "Oggi è Berlingaccio!". E' il giovedì grasso, "Berlingaccio, chi non ha ciccia ammazzi il gatto" e via andare... (tranquilli, la Wendy è sana e salva). Per cui, dopo la secchiata di frittelle che ho fatto lunedì, ieri sera è stato il turno dei cenci o chiacchiere. Prima ho guardato la ricetta dell'Artusi, poi mi è capitata sotto mano una di Sale e Pepe che però ho modificato. Ieri sera io, Emma e la sua nonna abbiamo tirato fuori spianatoia, macchina per tirare la pasta e ci siamo messe a fare i cenci (ah già che c'eravamo abbiamo fatto anche le tagliatelle. Insomma ci siamo tenuti leggeri...). Ed è questo che mi piace tanto della cucina: eravamo tre donne di apparente età diversa ma ci siamo messe lì insieme intorno a un impasto a divertirci.<br />
<br />
COSA SERVE:<br />
2 uova e 1 albume<br />
300 gr di farina (io ne ho usata 280 di 00 e 20/25 di manitoba)<br />
3 cucchiai di latte<br />
3 cucchiai di olio di semi di girasole<br />
un pizzico di sale<br />
60 gr di zucchero (+ quello per spolverare i cenci una volta fritti)<br />
scorza di un'arancia grattugiata finemente<br />
olio di semi di girasole per friggere<br />
<br />
Nella planetaria ho messo tutti gli ingredienti insieme e ho fatto andare per una decina di minuti a velocità media. Lasciar riposare l'impasto un quarto d'ora o mezzora.<br />
Dividere l'impasto in più parti e stenderlo con un matterello, poi continuare a mano o usare la macchina per stendere fino a che l'impasto sarà di circa 3-4 millimetri, cioè abbastanza spesso perché a me piacciono abbastanza "cicciosini" e croccanti.<br />
Con un coltello o una rondella (a Emma ovviamente è piaciuto usare la rotellina) tagliare dei rettangoli. Lasciati così in cottura si gonfieranno nel centro, a me piacciono ma se si vuole evitare, basta fare un taglietto in mezzo prima di friggere. Nel frattempo scaldare l'olio nella padella (ne va messo tanto per friggere bene, io ho usato praticamente una bottiglia) e friggere i cenci. Una volta tiepidi, versare lo zucchero (non a velo!) e... siate generosi: è Carnevale.<br />
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Ah, l'altra fittonata del periodo: il banco della frutta e verdura. Il lunedì mattina vicino a casa resiste eroicamente un banco del mercato: la signora che porta i suoi prodotti dalla zona di Pistoia è sorridente, allegra, preparata. Parla delle pere "francesine" e dei cardi quasi con affetto. Ha delle cose buonissime e andare a sceglierle dà un po' come l'impressione di essere davanti a dei vestiti ben cuciti e sistemati. L'insalata carciofina, mi ha detto, è di questo periodo e merita provarla. Meritava, davvero. E ho pensato due cose: uno, non mi stanco mai di imparare; due, sono sempre le persone che fanno la differenza. Sempre. E me lo devo ricordare soprattutto quando, come è capitato in questo periodo, mi stanco di crederci.<br />
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Inverno, approfitta di febbraio per le tue ultime zampate, con la brina del mattino e le nuvole blu elettrico... <b><span style="color: purple;">White Winter Hymnal </span></b>dei <span style="color: purple;">Fleet Foxes </span>ribeccata ieri per caso in radio dopo un sacco di tempo che cercavo di ricordarmi il nome della canzone. Oggi a tutto volume con i finestrini della Panda abbassati (impagabili gli sguardi di quelli che mi incrociavano)<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/DrQRS40OKNE/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/DrQRS40OKNE?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
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<br />Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-21740101796186796412017-09-07T14:55:00.001+02:002017-09-07T14:55:13.739+02:00Passo dopo passo (schiacciata con l'uva)<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Non sono una cuoca, non sono un'esperta di nutrizione e l'altro giorno riflettevo che sempre di più questo spazio è diventato la scusa per raccontare delle storie, più che per dettare dosi di farina e zucchero. Raccontare della mia famiglia e dei miei amici, di cose belle che vedo in giro legate al piacere di stare insieme a tavola. E quindi sì, beh, anche se ci scrivo poco mi sono accorta che sono affezionata a questo spazio, che somiglia sempre di più a quei quaderni stropicciati e impataccati con le ricette della mia mamma, conservati nel cassettone. </div>
<br />
Settembre ogni anno mi regala nuove perle. Dall'odio assoluto e decennale nei suoi confronti sono passata a tentativi di riconciliazione, per arrivare quest'anno a una stranissima voglia di fare, di pensare a cose nuove. No no, non sono diventata come quelli (che invidio) che a fine agosto cominciano a pianificare il ritorno in palestra, i nuovi corsi di lingue da fare, i buoni propositi da realizzare. Non esageriamo. Però fa capolino una strana sensazione di voglia di mettersi a camminare. Passo dopo passo metto insieme delle cose apparentemente slegate, passo dopo passo metto a fuoco quello che desidero. Apprezzando anche la lentezza e il tempo che ci vuole.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi42N_QWoOVzVsnU_TCV2YfQevqz7qnNQj83XNZ3fXnu78WfJp2zl1eoDp-pAvGiDLifvLsribq6En3vHOXlf9pSnd32m23KPeoPwI54RJQQ3x-pUnrkddRp40ovLlx0xHyy9Vwgu4-cNI/s1600/FullSizeRender+%252857%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1201" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi42N_QWoOVzVsnU_TCV2YfQevqz7qnNQj83XNZ3fXnu78WfJp2zl1eoDp-pAvGiDLifvLsribq6En3vHOXlf9pSnd32m23KPeoPwI54RJQQ3x-pUnrkddRp40ovLlx0xHyy9Vwgu4-cNI/s320/FullSizeRender+%252857%2529.jpg" width="240" /></a></div>
<br />
<br />
Come ogni settembre, che sento nell'aria l'odore dei fichi, dell'uva, mi prende voglia di schiacciata con l'uva. Lo scorso anno avevo scelto la scorciatoia della pasta pronta (qui il post: <a href="https://profumo-di-biscotti.blogspot.it/2016/10/ottobre-armata-di-tachiprina-e-fughe.html">https://profumo-di-biscotti.blogspot.it/2016/10/ottobre-armata-di-tachiprina-e-fughe.html</a>) stavolta invece volevo fare tutto da sola. Quindi ho chiesto le dosi a chi ne sa più di me, lo chef Paolo Gori della trattoria da Burde di Firenze, che nei giorni scorsi ha postato una bellissima foto di impasto e di uva, sembrava un quadro rinascimentale. Paolo mi ha dato le dosi per l'impasto di quattro schiacciate, io le ho dimezzate perché avevo da sfamare solo le boccucce di casa.<br />
Mi intimorisce sempre fare gli impasti perché la pasta non ha dosi matematiche (quanto basta, a occhio...), ogni volta viene diversa e a me non sempre bene come vorrei. E' un po' volubile e con i volubili si rischiano sempre le scintille... Ma dopo aver fatto tagliatelle a Ferragosto per 15 persone, ho preso un po' di coraggio.<br />
<br />
COSA SERVE (per due teglie medie):<br />
500 grammi di farina di grano tenero (ho usato la Spadoni macinata a pietra 1, che avevo a casa)<br />
mezzo panetto di lievito fresco<br />
sale<br />
acqua<br />
100 grammi di zucchero + per la superficie<br />
50 ml di olio<br />
semi di anice<br />
1 chilo di uva nera (l'originale vorrebbe la Canaiola, ma insomma quella che riuscite a trovare)<br />
<br />
Ho messo il mezzo panetto di lievito fresco sbriciolato in un pochino di acqua tiepida e un cucchiaino di zucchero, ho mescolato e ho lasciato qualche minuto da parte. L'ho aggiunto alla farina con un pizzico di sale, lo zucchero, l'olio e un po' acqua (circa mezzo bicchiere), fino a quando non ho formato una palla. L'ho lasciata riposare tre ore in una ciotola, coperta con uno strofinaccio.<br />
Nel frattempo io e Emma abbiamo "schiccato" e lavato l'uva, che poi abbiamo messo ad asciugare all'aria.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<br />
Ho diviso l'impasto in due parti per ogni teglia (foderata con carta forno) e l'ho steso con il matterello. La parte inferiore deve essere un po' più larga del fondo della teglia. Ho messo l'uva e ho spolverato con poco zucchero, poi ho steso sopra l'altra parte dell'impasto e ho chiuso ai bordi unendo i due strati di pasta. Ancora uva sopra, zucchero e semi di anice (e anche un filo d'olio secondo me non guasta). Ho lasciato le teglie da parte, circa una ventina di minuti.<br />
Poi ho le messe in forno caldo a 190/200 gradi per circa 50 minuti o comunque finché l'impasto è diventato bello dorato e l'uva ha creato un bello strato zuccheroso.<br />
<br />
L'ho mangiata tiepida con Emma e Dav, nella cucina fresca, di sera. Tanta roba.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<br />
<br />
E così, mentre ieri sera leggevamo questo libro io e Emma (parla di una lontra che non sa nuotare ma che con determinazione, piano piano, supera la paura e ce la fa... tutto per vedere se riusciamo a portarla in piscina a imparare a nuotare) ho pensato che la lezione del "passo dopo passo" non vale solo per i piccoli. Vale sempre.<br />
E qui ci cade a fagiolo <span style="color: purple;"><b>Little by Little</b></span> degli <span style="color: purple;"><b>Oasis</b></span> ;)<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/tM1RS_5IAiE/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/tM1RS_5IAiE?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<br />
<br />Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-21486930860209429702017-08-06T11:00:00.004+02:002017-08-06T11:07:04.295+02:00Tu cosa sai fare? Schiaccia alla marmellata di albicocche<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEXNOawTt_SA03RH-O63iTem-g-6FhIPHGaNZigzLPN9K6ILpU-ytewaXjVwBNPUJpLfBZwkQmB0-yIZDPb4Uur6lTIWziX0x50RFXHpJxgK112KnkTrRU0R9lkXlnHGKaGh-e9oPcVdI/s1600/IMG_5349.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1528" data-original-width="1512" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEXNOawTt_SA03RH-O63iTem-g-6FhIPHGaNZigzLPN9K6ILpU-ytewaXjVwBNPUJpLfBZwkQmB0-yIZDPb4Uur6lTIWziX0x50RFXHpJxgK112KnkTrRU0R9lkXlnHGKaGh-e9oPcVdI/s320/IMG_5349.JPG" width="316" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
“Tu cosa sai fare?” mi chiedo spesso. Dicendomi che sarebbe
stato molto più saggio imparare un mestiere utile, manuale, che si può
praticare in ogni circostanza e in ogni paese. Adesso mi porrei molti meno
interrogativi. Beh, io so fare una schiaccia con la marmellata di albicocche,
so scoprire un tavolo di marmo e lisciarlo con le mani, so come complicare la
vita a un pomeriggio.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Più che una ricetta, questo è un istante che vorrei fermare.
Per ricordarsi di un momento (in cui Emma ha 5 anni e le basta vedermi per
essere felice, in cui vederla sorridere mi rende felice) sugli Appennini, con
il maestrale che si alza per rinfrescarci dal calore di questo pomeriggio afoso
perfino qui. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Ho tolto la tovaglia dal tavolo di marmo dei miei bisnonni.
Ho tirato fuori dal mobile la marmellata di albicocche fatta dal babbo la
scorsa estate con la frutta scelta in Romagna. Fuori dal frigo le uova comprate
fresche questa mattina a Pavana, confine
tra Emilia e Toscana. Il burro, di un consorzio di zona, profuma di panna. Il
limone colto dalla pianta in giardino. E la ricetta della schiaccia della nonna
Lorenza, che è un impasto simile a una frolla, ma c’è anche del lievito e resta
più morbida. Qui al Poggio usa farne due strati per racchiudere la marmellata,
solitamente di susine (prugne), ma stavolta ci è piaciuta di più con uno strato
solo, non si offenderà la nonna.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIgLJpSCzVZceClkZo9lKUkJaM4Vpp81BxRdH8Sdv8auAUWAIP8xSIiZ4YsFZw6wklujGZF9fART2lL8Kv59kTRuaHbvwjatRwzb5jVa5o1Cg-4Z3wtfTZG-XbVpurNtHpVqLP33XlcPo/s1600/IMG_5354.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIgLJpSCzVZceClkZo9lKUkJaM4Vpp81BxRdH8Sdv8auAUWAIP8xSIiZ4YsFZw6wklujGZF9fART2lL8Kv59kTRuaHbvwjatRwzb5jVa5o1Cg-4Z3wtfTZG-XbVpurNtHpVqLP33XlcPo/s400/IMG_5354.JPG" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Per la schiaccia:</b></div>
<div class="MsoNormal">
500 grammi di farina 00<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
2 uova<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
200 grammi di zucchero<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
100 grammi di burro fuso<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
la scorza di un limone grattugiata<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
una bustina di lievito<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
In un grande recipiente mettere la farina e nel centro
aggiungere uova, zucchero, burro fuso, limone e impastare con le mani, infine
aggiungere il lievito. Stendere con il matterello e mettere in una teglia
rettangolare. Spalmare la marmellata e infornare a 180 gradi per circa mezzora.
Se volete fare la schiaccia “ufficiale” dividete l’impasto in due parti e usare
la seconda parte per coprire la marmellata. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk0TjoYA7RxOTSPzmp7aac8fxhg0E3dXS1gq0EiHWDMeYhpBxHZCY3oZ8QMBbNvp4qdC7tNr36MhyCr9RKQjq-rW4AfuOkVMkvDi1YJi6x3SxMElPq9giB4NhoGPctMc1PhfUXTJI-gYI/s1600/FullSizeRender-13.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1201" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk0TjoYA7RxOTSPzmp7aac8fxhg0E3dXS1gq0EiHWDMeYhpBxHZCY3oZ8QMBbNvp4qdC7tNr36MhyCr9RKQjq-rW4AfuOkVMkvDi1YJi6x3SxMElPq9giB4NhoGPctMc1PhfUXTJI-gYI/s400/FullSizeRender-13.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Per la marmellata di
albicocche <o:p></o:p></b></div>
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<div class="MsoNormal">
Ricetta del Francone. Ha usato per ogni chilo di frutta 400
grammi di zucchero. Dopo averle lavate e denocciolate, ha messo le albicocche
in una pentola di alluminio e ha lasciato cuocere a fuoco lento (qui abbiamo la
cucina economica) per circa un’ora e mezzo, poi ha aggiunto lo zucchero e ha
lasciato bollire per almeno una mezzora, stando attento a mescolare.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
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<div class="MsoNormal">
<br /></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Negli ultimi spostamenti in auto, Emma vuole la sua playlist, costruita aggiungendo volta volta le canzoni che sente e che le piacciono. L'abbiamo ascoltata fino allo sfinimento e dalla sua playlist scelgo questa: <b><span style="color: purple;">Buon viaggio</span></b> (<b><span style="color: purple;">Share the love) </span></b>di <span style="color: purple;"><b>Cesare Cremonini</b></span>. </div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-15217232937046877582017-03-18T22:31:00.002+01:002017-03-18T22:36:24.556+01:00Zuppa inglese (o portoghese...) per un babbo specialeLa zuppa inglese non mi è mai piaciuta. Detestavo i savoiardi, detestavo l'alchermes e quella consistenza un po' papposa. Invece è il dolce preferito del mio babbo o, più probabilmente, gli piace sì ma a renderglielo speciale è il fatto che la sua mamma glielo preparasse per il compleanno. Menù del giorno: trippa e zuppa inglese (e il colesterolo festeggiava anche lui). E' quindi il suo dolce, tanto più che in casa nostra non piace praticamente a nessuno tranne che a lui.<br />
<br />
Ieri sera ho fatto le corse per passare da casa e imbastire la zuppa inglese prima di andare a cena dai miei. Savoiardi li ho comprati (mentre passavo davanti allo scaffale, al supermercato, è iniziata "Wish you were here" e io ho iniziato a cantare ad alta voce come se fossi a casa, me ne sono accorta per l'espressione di una signora che stava leggendo l'etichetta dei pavesini), uova comprate, latte comprato, ok. Mancava l'alchermes, ma prima di uscire di casa avevo buttato un occhio alla vetrina dei liquori e avevo visto la bottiglia rossa. Peccato che una volta fatta la crema e appoggiato i savoiardi nella terrina abbia scoperto che era sì un liquore rosso, ma trattavasi di "ginjinha", liquore tipico portoghese a base di ciliegia. Ho fatto di necessità virtù e ho usato quella. Il mio babbo ha detto "buona, mi sembra un po' diversa questa zuppa inglese". Eh, chissà perché. Artusi si rigirerà nella tomba, però alla fine ha funzionato.<br />
<br />
A volte non sono molto brava a dire "ti voglio bene", ma inventarsi varianti di zuppe inglese a orari improbabili è un modo per manifestarlo. Il mio è uno di quei babbi che se la meritano eccome, la zuppa inglese, con annesse modifiche. Discutiamo perché per alcuni aspetti ci somigliamo anche se nessuno dei due lo ammette e, devo dire, mi fa piacere: è una delle persone migliori che conosca.<br />
<br />
COSA SERVE:<br />
<br />
<i>per la crema</i><br />
6 tuorli<br />
180 grammi di zucchero<br />
40 grammi di farina<br />
mezzo litro di latte<br />
scorza di un limone<br />
<br />
savoiardi<br />
<br />
<i>per la bagna </i><br />
acqua<br />
zucchero<br />
ginginja (o alchermes!)<br />
<br />
Sbattere bene i tuorli con lo zucchero finché il composto non diventa spumoso. Aggiungere la farina e amalgamare. Nel frattempo scaldare il latte con la buccia del limone (che va tolta una volta caldo il latte). Aggiungere poco per volta, e sempre mescolando con una frusta, il latte al composto delle uova. Mettere la pentola sul fuoco medio e girare con il mestolo per qualche minuto.<br />
<br />
In un pentolino mettere acqua e zucchero (ho fatto a occhio ma sarà stato un bicchiere d'acqua e due, tre cucchiai di zucchero) e scaldare finché lo zucchero non si è sciolto. Togliere dal fuoco e aggiungere il liquore, meno di un bicchierino. Passare velocemente i savoiardi su entrambi i lati e metterli allineati in un recipiente. Ricoprire con uno strato di crema e ripetere con uno strato di savoiardi. Finire con la crema e mettere in frigorifero per un paio di ore. Da ultimo grattugiare del buon cioccolato fondente sulla superficie.<br />
<br />
Queste sono foto speciali perché le ha fatte la mia mamma oggi. Ha anche "creato un set" per questo e me la immagino che mette queste cose sul tavolo e prova a fotografare con il telefono nuovo, mi chiedo quanto tempo ci abbia messo... (grazie mamma).<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
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Infine, sottofondo con un classicone, perché da quando sono nata, è il fischiettio del mio babbo, in ogni stagione, in ogni circostanza. Per me sa di piccole cose belle, di infanzia, di estati lunghe a inventarsi giochi. <b><span style="color: purple;">Summertime</span></b> <span style="color: purple;">Ella Fitzgerald e Louis Armstrong </span><br />
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<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/lnXLVTi_m_M/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/lnXLVTi_m_M?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
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<br />Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-17424468331593432792017-01-24T18:55:00.003+01:002017-01-24T18:56:58.059+01:00Le mele con il limoneLe mele con il limone. Una consistenza scoperta che ho fatto da quando è nata Emma è che spesso pensiamo di fare del nostro meglio inventando per i bambini cose strane, giochi super intelligenti, attività ricreative interessanti. Ma che, inevitabilmente, spesso sono le cose elementari, che diamo per scontato, a farli davvero contenti. Nel caso di Emma, le mele con il limone. Cioè, in un pomeriggio in cui sono andata a prenderla a scuola prima per stare insieme, la cosa che più l'ha gasata è stata fare una torta alle mele. Ma non per la torta in sè, bensì per le mele spruzzate con il succo di limone. Ne ha mangiate un piatto intero, come se fosse la cosa più incredibile del mondo ("mamma, bello che mi hai fatto le mele con il limone". Mah). Presto si dimenticherà che la felicità può stare in una fila di fette asprigne, ma a me sembra una cosa meravigliosa poterlo ricordare grazie a lei.<br />
<br />
Questa è una torta da merenda, talmente semplice da essere banale, fatta così, con un mestolo e una ciotola. Niente di straordinario, ma a me ricorderà sicuramente questo pomeriggio fatto di poche cose, di domande ("cosa succede nel mio corpo umano quando mangio?" data la fissazione presa guardando su Cartoonito "Esplorando il corpo umano" come facevo io trenta anni fa), di risate, di bisbigli nell'orecchio. Spesso penso che non sono la mamma che credevo sarei diventata, a volte meglio, a volte peggio non saprei. Ma di sicuro sono la sua.<br />
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COSA SERVE<br />
3 uova<br />
500 grammi di farina<br />
200 grammi di zucchero più due cucchiai per la superficie<br />
mezzo bicchiere di latte<br />
5 mele<br />
limone<br />
bustina di lievito<br />
<br />
Sbucciare le mele e tagliarle a fettine sottili in un recipiente, irrorandole con il succo di un limone e lasciarle riposare. In un altro recipiente sbattere uova e zucchero, aggiungere la farina, il latte, la scorza di un limone grattugiato e alla fine il lievito. Incorporare le mele con delicatezza e versare in una tortiera, ricoprire con alcune fettine di mela e due cucchiai di zucchero. Infornare a 180 gradi per circa 45 minuti.<br />
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In questo periodo sento praticamente solo i <b><span style="color: purple;">Mumford & Sons</span></b>, come sempre vado a fittonate (no, davvero?). E questa canzone in casa nostra è diventata un must, per i saltelli che ci fa fare (e per il testo splendido che ha):<b><span style="color: purple;"> Hopeless wanderer</span></b></div>
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<b><span style="color: purple;"><br /></span></b></div>
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<b><span style="color: purple;"><br /></span></b><iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/0lMAfCIdDdA/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/0lMAfCIdDdA?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-50625391000166817522016-10-02T10:56:00.002+02:002016-10-02T11:20:03.605+02:00Ottobre, armata di tachiprina e fughe: schiacciata con l'uvaIl primo di ottobre qualcuno ha deciso di premere un tasto sull'accensione dell'autunno. Qui è arrivata la prima pioggia, il primo fresco e i primi grigi di cielo. Chi soffre di emicrania sa per esperienza che questo è uno dei momenti peggiori dell'anno, che non si dovrebbe quindi esagerare con gli zuccheri e, armati di tachipirina, aspettare tempi migliori. Io però me ne infischio (della questione zuccheri, dico) e, armata di tachipirina, ieri mattina ho fatto una delle cose più autunnali possibili qui in Toscana: la schiacciata con l'uva.<br />
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Ma siccome era sabato mattina, e per mia regola personale sabato è LA giornata con Emma e non volevo toglierci troppo tempo nei campi davanti a casa (dove tutti i pomeriggi gioca una tribù di bambini, tanto che se un giorno mi convinco, faccio una materna condominiale e arrivederci), ho usato un escamotage: ho comprato la pasta di pane fresca già pronta. Nell'allungare il braccio al supermercato per prenderla ho avvertito un sottile senso di disagio, pensando che avrei potuto farla io. Poi ho pensato al tempo necessario per impastarlo, alle fughe dalla gatta che cerca di mette il naso nelle ciotole che trova in cucina e il senso di disagio si è, come dire, volatilizzato.</div>
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Quindi la cosa è semplicissima, gli ingredienti pochi e viene fuori una schiacciata dolce ma non troppo, che profuma proprio di inizio autunno.</div>
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A me in realtà la schiacciata con l'uva ricorda tantissimo i compleanni di un mio compagno di scuola delle elementari. Festeggiava a fine dicembre ma sulla sua tavola dei dolci non mancava mai la schiacciata con l'uva fatta dalla sua nonna, che aveva una ricetta personale di famiglia, di origini contadine, che somigliava più a un dolce che a una "schiaccia". Ricordo il profumo dell'anice, per me così strano all'epoca e lo scricchiolio dei semi dell'uva sotto i denti. </div>
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COSA SERVE</div>
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una vaschetta di pasta di pane fresca (penso sia circa 500 grammi)</div>
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800 grammi di uva nera (in Toscana si usa la canaiola, piccola e con i semi ma io ho preso un'altra varietà)</div>
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50 grammi di zucchero più 5 cucchiai</div>
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olio extra vergine di oliva toscano</div>
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semi di anice</div>
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Togliere la pasta di pane dal frigorifero e lasciarla riposare mezzora. Aggiungere 50 grammi di zucchero e 3 o 4 cucchiai di olio e impastare. Dividere l'impasto in due parti. Foderare una teglia quadrata con la carta forno e versarci un filo di olio. Stendere la prima pallina di pasta con il matterello e mettere nella teglia. Adagiare metà dei chicchi d'uva lavati e asciugati e aggiungere due cucchiai di zucchero. Stendere anche il secondo impasto e metterlo sopra, chiudendo i bordi. Il resto dell'uva va in superficie con altri 3 cucchiai di zucchero e i semi di anice, con un ultimo filo d'olio. In forno a 190 gradi per 45 minuti.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivxvyoF4I-Q7F1jMyKLL7RTMgVpgBls3FnIepY4OcGmUkR6GRNwpTqtZQGckOZgw4RlhYdp_W61zMJ13gdF6jjApPIcLwH5jq4bjmmhj6Dox2PQXR0P56VPJN5ik4LILSjpt9tP6TNZzs/s1600/FullSizeRender-17.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivxvyoF4I-Q7F1jMyKLL7RTMgVpgBls3FnIepY4OcGmUkR6GRNwpTqtZQGckOZgw4RlhYdp_W61zMJ13gdF6jjApPIcLwH5jq4bjmmhj6Dox2PQXR0P56VPJN5ik4LILSjpt9tP6TNZzs/s320/FullSizeRender-17.jpg" width="320" /></a></div>
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Poi, se avete la fortuna di vivere vicino alle colline, fate una fuga per qualche minuto di meraviglia. Funziona meglio della tachipirina.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHAWnP3in6LoPw0wUTLeqL5snZQtcsS4FDY-AEmjGWeiYh4bS_8nfgfwJc9C34FejqQt581eWlyVimwa12euacDjW8Hh-Q7AMknZIklb20imn7KaIUuQaO5EBs9O7ftSyFGvxH8qTau2s/s1600/IMG_1632.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHAWnP3in6LoPw0wUTLeqL5snZQtcsS4FDY-AEmjGWeiYh4bS_8nfgfwJc9C34FejqQt581eWlyVimwa12euacDjW8Hh-Q7AMknZIklb20imn7KaIUuQaO5EBs9O7ftSyFGvxH8qTau2s/s320/IMG_1632.JPG" width="320" /></a></div>
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"Da quanto ti volevo ti ho cercata, dentro me e nel mondo. Da quando ti volevo ti ho trovata, eccoti felicità". <b><span style="color: purple;">Levante, La rivincita dei buoni </span></b>(album "Abbi cura di te")</div>
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Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-62056616038908608522016-09-25T19:12:00.000+02:002016-09-25T19:27:24.751+02:00Settembre, non si era detto di fare pace? (Torta cioccolato e pere)Settembre, o non si era detto di non litigare più? O non avevamo detto che, tutto sommato, potevamo essere civili l'uno con l'altra? Nulla, quest'anno sei tornato a essere pesante, come una conferenza sul cirillico. I tempi dei bilanci, dei rientri a scuola uggiosi, delle escursioni termiche di 10 gradi all'interno della stessa giornata.<br />
Sì, però. Però, te le concedo, hai una luce che leva di sentimento, un vento che profuma di fichi e uva e questo sole che scende piano e che hai voglia di prendere fino all'ultimo raggio.<br />
Complice il pacco del Ceppo che mi arriva di venerdì, il fine settimana ho frutta e verdura fresca a sorpresa (Se siete curiosi di capire come funziona, ecco qua il <a href="http://www.ilceppo-firenze.it/" target="_blank">link</a>). Stavolta ci ho trovato delle pere mature e stamani, dato che Emma mi ha tirato giù dal letto alle otto (evito di articolare il mio pensiero al riguardo...) ho pensato di farci una torta soffice al cioccolato.<br />
La ricetta l'ho modificata ma presa dalla rivista "Chez nous", che dà molti spunti carini.<br />
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COSA SERVE:<br />
4 pere mature (decana o williams, nel senso che siano polpose)<br />
125 grammi di burro<br />
130 grammi di zucchero<br />
150 grammi di cioccolato fondente<br />
100 grammi di farina 00<br />
3 uova<br />
un limone<br />
un cucchiaino di cremor tartaro o di lievito<br />
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Tagliare a pezzettini le pere e spremere mezzo limone per non farle annerire. Accendere il forno a 170 gradi. Sciogliere il cioccolato insieme al burro a bagnomaria e lasciare intiepidire. Montare i bianchi delle uova in una ciotola a parte. Sbattere i rossi delle uova con lo zucchero aggiungere il cioccolato, le pere, la farina setacciata, il cremor tartaro e alla fine i bianchi mescolando con un cucchiaio di legno con movimenti ampi in modo da incorporare aria. Versare in una teglia a cerniera. Infornare per circa mezzora.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0NUW7UCo5kBpXtNsrJVhfkMNfFVnZu6UrX4TxzHfjLpbOqQUIZ4JI2Qzr0QiqT_RDbzyrwV6rERDe_w3DI4IJjHuy8F9TbIe7HIDgds1xXf64CX651lXuP-pcxU_BgUccT9A0cF0eZuY/s1600/FullSizeRender-12.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0NUW7UCo5kBpXtNsrJVhfkMNfFVnZu6UrX4TxzHfjLpbOqQUIZ4JI2Qzr0QiqT_RDbzyrwV6rERDe_w3DI4IJjHuy8F9TbIe7HIDgds1xXf64CX651lXuP-pcxU_BgUccT9A0cF0eZuY/s320/FullSizeRender-12.jpg" width="240" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLetCkRZE5AMXKHFm92C6w3szJn4T0nwtkJ89MrVqXeSyC3kZho1cPcuBhlA6xvAMl_58EeuZNOQdwmzLrPT2VA3hs4kLdY96O5gg2fRY2Xb_4cCvypChxdDAmlQgwd9O-wh3_IrR1nkU/s1600/FullSizeRender-13.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLetCkRZE5AMXKHFm92C6w3szJn4T0nwtkJ89MrVqXeSyC3kZho1cPcuBhlA6xvAMl_58EeuZNOQdwmzLrPT2VA3hs4kLdY96O5gg2fRY2Xb_4cCvypChxdDAmlQgwd9O-wh3_IrR1nkU/s320/FullSizeRender-13.jpg" width="240" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghM9e3SMhohBJJc2v7bwN8xHCbyVuNFbAIApeV3jWHpczTNqHEfRBxh0j_kQz8mBoMsT0Sn9q-JZzhE0GOaa5RqC1KvRfCUYph-dPakLyY-MHJ9gJkuZUHoC4cxH2j15D4sWyHz0LWXHg/s1600/FullSizeRender-14.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghM9e3SMhohBJJc2v7bwN8xHCbyVuNFbAIApeV3jWHpczTNqHEfRBxh0j_kQz8mBoMsT0Sn9q-JZzhE0GOaa5RqC1KvRfCUYph-dPakLyY-MHJ9gJkuZUHoC4cxH2j15D4sWyHz0LWXHg/s320/FullSizeRender-14.jpg" width="240" /></a></div>
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Che sia settembre o un altro mese, è sempre un buon momento per <span style="color: purple;"><b>Eddie Vedder,</b></span> questa è <span style="color: purple;"><b>Rise</b></span></div>
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<br />Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-57971834630779166442016-06-15T15:33:00.000+02:002016-06-15T15:33:06.606+02:00Un aperitivo profumato di Elba L'odore del mare che sbatte sugli scogli, delle ginestre aggrappate alle rocce e dei boschi delle colline. Il profumo del vino bianco e dell'Aleatico, del miele di corbezzolo, delle marmellate di agrumi. E infine, un profumo che cattura gli odori di un'isola in una bottiglia color del mare. Vetrina Toscana, il progetto di Unioncamere e Regione per la promozione dell'enogastronomia toscana e Acqua dell'Elba hanno trovato tra tutte queste eccellenze dell'isola un filo rosso e lo hanno messo sulla tavola, creando un aperitivo profumato. Dopo le tappe a Firenze, Siena e Lucca, è toccato a Marciana Marina ospitare l'evento, nei giorni scorsi, davanti a una delle boutique di Acqua dell'Elba, azienda di profumi nata proprio in quella località dalla visione di tre fratelli elbani, Fabio, Chiara e Marco. Nel laboratorio di profumi, che si trova ancora a Marciana, hanno raccontato che l'idea arrivò dopo un giro in barca davanti allo scoglio di Paolina,
proprio dove fu ritrovata, nella stiva di un veliero del II secolo,
una statuetta d’avorio: il tappo che sigillava un’essenza di secoli prima. Dalla fine degli anni Novanta l'azienda produce profumi ispirati dall'Elba con diverse linee, dedicate a uomo, donna e bambini.<br />
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L'aperitivo quindi non poteva che profumare di Elba, grazie a Vetrina Toscana che ha chiamato a partecipare Elba Taste, consorzio di aziende locali. Ad aprire seppia cotta a bassa temperatura aromatizzata al rosmarino con crema di piselli e sale nero, polpo cotto a bassa temperatura sotto vuoto con timo e aleatico e tiramisù di palamita al finocchietto selvatico con crumble di pane cirimito, tutte creazioni dello chef Mirko Lanari del ristorante hotel Belmare.<br />
<br />
Menzione speciale dal mio punto di vista - anzi di palato - per le marmellate di Armando in Portoazzurro, con le quali Francesca ha preparato un’insalatina con zucchine crude e
melone con scaglie di parmigiano e confettura di pere, rosmarino e
zafferano; radicchio di Treviso con bufala e marmellata di
arancia, curcuma e peperoncino e infine pecorino fresco con
confettura di pesca e rosa e pecorino semi-stagionato con confetture
di arance.<br />
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Non potevano mancare l'olio (dell’azienda agricola bio Il lentisco), i mieli e i dolci
tradizionali Elba Magna: cantuccini all'Aleatico in primis (assaggiati anche questi, si sa che con il dolce io non scherzo). I vini erano delle aziende Arrighi,
Sapereta, Mazzarri, La Faccenda, Terre del Granito, La Galea. Spazio anche alle birre locali, della Birra dell’Elba e La
Marina.<br />
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L'Elba che ho vissuto in questi giorni, proprio a inizio giugno, ha un'atmosfera magica. Molto silenzio, date le poche presenze sull'isola che invece viene molto frequentata a luglio e agosto, mare pulito, profumi di macchia mediterranea. E posti adattissimi per i bambini: ad esempio consigliata vivamente la spiaggia di Sant'Andrea, che ha una sorta di piscina naturale prima degli scogli e dei giochi all'ombra dei pini. L'Elba ha una dimensione speciale, va respirata per capirla. Insieme ai profumi delle ginestre fiorite di questi giorni e insieme a quelli dei cibi eccezionali che questa terra sa produrre.<br />
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Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-55263896121598489262016-05-14T22:57:00.001+02:002016-05-14T22:57:49.643+02:00Sei piani, crema e frutta: la torta per una piccola principessaA casa mia i compleanni sono un affar serio. Il mio si festeggiava nel garage e nel giardino di casa e la mamma cominciava a prepararlo per tempo, scrivendo l'elenco dei partecipanti nei posti più impensati (ne è saltato fuori uno l'altro giorno in un libro di ricette), facendo dolci buonissimi, di cui uno assolutamente immancabile: il salame al cioccolato. Partecipavano tutti i compagni di classe e i loro genitori, che alla fine si trattenevano fino a dopo cena mangiando e giocando. In serata tornava babbo da lavoro e sapevo cosa avrebbe portato, oltre al regalo: il mazzo di fiori che mia nonna coglieva nell'orto per me. Tutti gli anni.<br />
Logico che Emma crescesse con questa fissa delle feste in generale e dei compleanni in particolare. Così lei ha fatto le cose in grande e ha cominciato a pensarci sei mesi prima. Non scherzo, sei mesi sul serio. Abbiamo scelto un tema (e sono state fatte gonne di raso e spade e scudi con il cartone), chi invitare (semplice: tutti) e infine il suo dolce. Per la festa con gli amici ho fatto un cheesecake con una riduzione di fragole mentre per il giorno del suo compleanno, che abbiamo festeggiato a casa con i nonni, la torta che si era scelta vedendola su una rivista che avevo malauguratamente lasciato a giro: con le "fragole", i mirtilli, i lamponi e SEI piani. Incredibile a dirsi ce l'ho fatta. Ho preparato tre pan di spagna con due dosi di impasti, scegliendo tre tortiere a grandezza diversa. Poi ho preparato una crema chantilly (la ricetta è della grandissima Sabrina, insegnante di cucina, cuoca a domicilio e amica (questo è il suo sito <a href="http://www.mcminicatering.it/">http://www.mcminicatering.it</a>) e infine io e Emma abbiamo guarnito tutto con la frutta fresca. Non lo dico perché l'ho fatta io, è buonissima. Basta che non abbiate paura nel contare quante uova ci sono dentro.<br />
<br />
COSA SERVE:<br />
80 grammi di farina<br />
150 grammi di zucchero<br />
80 grammi di fecola di patate<br />
6 uova<br />
<br />
Montare a neve gli albumi e mettere da parte. In una ciotola lavorare i tuorli con lo zucchero con la frusta elettrica fino a quando diventano spumosi e chiari, poi aggiungere con delicatezza gli albumi e infine la fecola.<br />
Questa dose va ripetuta due volte (non raddoppiata, vanno fanno due impasti con queste dosi). Io ho usato tre teglie a cerniere di tre misure diverse imburrate e infarinate. Si cuoce per 40 minuti a 180 gradi.<br />
<br />
PER LA CREMA<br />
1 litro di latte<br />
1 limone<br />
vanillina<br />
8 rossi d'uovo<br />
8 cucchiai di zucchero<br />
4 cucchiai di maizena<br />
500 ml di panna da montare<br />
<br />
Mettere a bollire il latte con buccia di limone e vanillina. Nel frattempo sbattere i rossi con lo zucchero, aggiungere la maizena setacciata e aggiungere il latte a fuoco spento e mescolare delicatamente fino a quando la crema non raggiunge la consistenza desiderata. Non alzare troppo la fiamma altrimenti verranno i grumi. Stendere la crema in una teglia e coprirla con la pellicola: quando sarà ben fredda montare la panna poco zuccherata e aggiungerla.<br />
<br />
A questo punto si taglia in due parti ogni pan di spagna e si copre di crema, alternando piani di torta con crema. In cima guarnire con frutta fresca.<br />
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<br />
<br />
Il compleanno di Emma per noi sarà sempre un giorno speciale perché è arrivata lei, ma anche perché da quel giorno abbiamo imparato a non dare niente per scontato. Tanti auguri alla nostra piccola, che resti allegra, curiosa e piena di vita proprio come è ora.<br />
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<br />Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-36524422465142632202016-04-10T11:38:00.004+02:002016-04-10T11:40:00.770+02:00Aprile, plumcake alle "fiagole"<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="font-family: "times"; font-size: 16.0pt;">Aprile, e io giro a naso in
su, svoltando gli angoli delle strade indovinando glicini e ciliegi, anche se questa primavera ho la testa un po' più piena di pensieri del solito. Aprile, ed
è tempo di fragole (“fiagole”) belle rosse che Emma si mangia a fine cena come
se fossero un dolce prelibato. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="font-family: "times"; font-size: 16.0pt;">E le chiede anche sulla
torta di compleanno: sfoglia la rivista di cucina e punta il ditino
dicendo “voglio <i>questa</i>, mamma, per il mio compleanno” (lo dice da un mese ed è
un mese che pensa a che giochi fare, alle canzoni da cantare, direi che la fissa dei festeggiamenti gliel'ho attaccata ben bene). “<i>Questa</i>” è una
torta a sei piani con crema e fragole e fiori. Una roba bella di sicuro, ma immagino già la scena in cui mi crolla mentre la appoggio sul tavolo. Son qui che medito e
cerco dolci alle fragole da fare, intanto ho deciso di farne uno semplice,
aggiungendole a un impasto abbastanza leggero, senza burro. Non sarà una torta
di compleanno a più piani, ma non sembra aver disdegnato. La ricetta l’ho presa
da “Cakes dolci e salati” di Guido Tommasi editore e l’ho modificata. Fare i dolci un po' diversi rispetto alla ricetta che trovo mi ricorda che per fare una cosa che mi piace, devo provare a farla a modo mio. E forse non vale solo in cucina.<o:p></o:p></span><br />
<span lang="EN-US" style="font-family: "times"; font-size: 16.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="font-family: "times"; font-size: 16.0pt;">COSA SERVE: <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="font-family: "times"; font-size: 16.0pt;">300 grammi di farina<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="font-family: "times"; font-size: 16.0pt;">2 uova<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="font-family: "times"; font-size: 16.0pt;">250 ml di panna<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="font-family: "times"; font-size: 16.0pt;">90 ml di olio evo<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="font-family: "times"; font-size: 16.0pt;">un pizzico di sale<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="font-family: "times"; font-size: 16.0pt;">mezza bustina di lievito<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="font-family: "times"; font-size: 16.0pt;">400 grammi di fragole<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="font-family: "times"; font-size: 16.0pt;">Tagliare a pezzetti
abbastanza grandi le fragole dopo averle lavate e asciugate. In una ciotola
sbattere uova, panna e olio poi aggiungere lo zucchero, la farina, il sale, il
lievito. Mettere in una forma da plumcake imburrata e foderata di carta forno.
Io e Emma abbiamo messo le fragole solo sulla superficie premendole bene dentro
l’impasto ma si possono aggiungere anche all’impasto prima di metterlo nella
teglia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="font-family: "times"; font-size: 16.0pt;">Cuocere in forno già caldo
a 180 gradi per circa un’ora. </span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<span lang="EN-US" style="font-family: "times"; font-size: 16.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="font-family: "times"; font-size: 16.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="font-family: "times"; font-size: 16.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="font-family: "times"; font-size: 16.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times"; font-size: 21px;">L'avevo sicuramente già postata ma ci sta troppo bene con questo dolce: </span><b style="font-family: times; font-size: 21px;"><span style="color: purple;">Strawberry Swing</span></b><span style="font-family: "times"; font-size: 21px;"> dei </span><b style="font-family: times; font-size: 21px;"><span style="color: purple;">Coldplay</span></b><span style="font-family: "times"; font-size: 21px;">. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times";"><span style="font-size: 21px;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/h3pJZSTQqIg/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/h3pJZSTQqIg?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: "times";"><span style="font-size: 21px;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="EN-US" style="font-family: "times"; font-size: 16.0pt;"><br /></span></div>
<!--EndFragment-->Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-10831133198141433722016-01-31T23:11:00.001+01:002016-01-31T23:11:31.518+01:00L'arte del compromesso (di mele a forma di gatti e di crostate alla marmellata)A volta i compromessi possono assumere strani aspetti, come quella di uno spicchio di mela a forma di gatto. O di una fetta di crostata imperfetta, ma semplice da fare e da mangiare in piedi, senza troppi pensieri.<div>
<div>
Saranno i giorni di mal di stomaco che mi rendono acida tipo uno yogurt bianco, sarà qualche preoccupazione di troppo, fatto sta che mi sono accorta a malincuore di essere anche io, soprattutto in questo periodo, una di quelle mamme rompiscatole. Una che "niente dolce se non mangi la frutta", per capirsi. Cercando di capire dove diavolo è andata a finire la ragazza che prendeva le cose e gli altri con più leggerezza, mi sono accorta che spesso dovremmo guardare un po' di più i "maschi", che riescono a mantenere, pur brontolando se necessario, un atteggiamento più giocoso. Meno da maestrine. E non dico solo con le figlie, ma in generale, nel lavoro e nella vita. Lo so, per noi è più difficile, ma su questo sono più bravi, c'è poco da dire.</div>
</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Mi è venuto in mente stasera, quando all'ennesima richiesta di Emma di "un chicco", non ho risposto con "niente frutta, niente dolce". E ho deciso di mediare a modo mio. Ho sbucciato in silenzio uno spicchio di mela, poi sono andata a prendere un tagliabiscotti. Ho evitato renne e abeti e alla fine ne è venuta fuori una mela a forma di gatto. Lei, con occhio guardingo, se lo è mangiato senza fiatare, prima di allungare la mano verso un cioccolatino. Meno severità, più creatività (Me lo dovrò ricordare anche nei prossimi giorni, quando arriveranno le tasse da pagare).</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Comunque, dato che il mal di stomaco persiste ma volevo fare un dolce, ho provato a fare una crostata con la marmellata che avevo in casa. Non volendo esagerare con il burro, sembra impossibile che stia insieme e quando sono andata a prendere la pasta dal frigo la tentazione è stata di buttare tutto nel bidone. Ma provando semplicemente a darle una passata con il matterello e finendo di stenderla direttamente con le dita nella tortiera, il risultato è stato buono. </div>
<div>
<br /></div>
<div>
COSA SERVE:</div>
<div>
100 grammi di burro freddo</div>
<div>
300 grammi di farina 00</div>
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120 grammi di zucchero</div>
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2 tuorli</div>
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(si può aggiungere un pochino di scorza di limone grattugiata)</div>
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In una ciotola mettere la farina e i tocchetti di burro freddo. Lavorarli velocemente strofinandoli con la farina come a formare delle grosse briciole, poi aggiungere zucchero e tuorli. Impastare senza scaldare troppo l'impasto e mettere in frigo per almeno un'ora.</div>
<div>
Su un pezzo di carta forno stendere la pasta (ve l'avevo detto che restava un po' sbriciolosa...) e poi passarla, sempre con la carta forno, in una tortiera dai bordi bassi di circa 22 cm fino stenderla tutto. Spalmare con la marmellata: io ho scelto quella di mirtilli rossi.</div>
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Cuocere per 40 minuti a 180 gradi nel forno già caldo.</div>
<div>
Se riuscite ad aspettare che si freddi un po' è meglio, diventa più croccante.</div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmXdDzpjeRA-27YKwK4a5p2Rf9P7Fdkchs-3gissO2rERhQqZ19IqArMhO5bMsTHs3ZMNmoHRD2LAHA4ScVnTEmFHVNidWQxVPJydljgjmt0XYzTzmVswZLPp4zPr35mS_-VX7htfZh5w/s1600/IMG_9079.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmXdDzpjeRA-27YKwK4a5p2Rf9P7Fdkchs-3gissO2rERhQqZ19IqArMhO5bMsTHs3ZMNmoHRD2LAHA4ScVnTEmFHVNidWQxVPJydljgjmt0XYzTzmVswZLPp4zPr35mS_-VX7htfZh5w/s320/IMG_9079.JPG" width="320" /></a></div>
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Dato che ora che il pisolo pomeridiano della ragazza alta un metro è stato abolito, si arriva alla sera abbastanza devastati, ma crolla abbastanza presto e il piacere di poter stare UN'ORA sul divano a leggere o guardare la televisione è una roba da capogiro. E così, buonanotte a tutti. (<b><span style="color: purple;">Mumford and Sons</span></b>, <span style="color: purple;"><b>I will wait</b></span>)</div>
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<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/rGKfrgqWcv0/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/rGKfrgqWcv0?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
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Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-62349708721788062372015-09-13T15:27:00.000+02:002015-09-13T15:28:23.649+02:00Crumble improvvisato alle pesche (Ciao, settembre)Con settembre ho sempre avuto un rapporto conflittuale. Nelle mie estati in Versilia da bambina bastava un acquazzone di fine agosto per farmi annusare che l'aria era cambiata. Potevamo anche continuare ad andare in bicicletta al mare o metterci le magliette a mezze maniche, certo, ma nessuno poteva convincermi: l'estate era finita. Punto.<br />
Detestavo soprattutto l'obbligo dei bilanci e dei buoni propositi. A un certo punto però, ho smesso di farli e ho preso il buono di settembre. L'aria fresca e pulita, la luce chiara, Emma che si prepara a nuove avventure. Un grembiule bianco e rosa è nell'armadio che aspetta di essere rinnovato la prossima settimana, così come le scatole immacolate di pennarelli e pastelli. L'aria di nuovo aiuta soprattutto questo settembre, per me così pieno di cose da imparare, non sempre facili. E che avrei voluto imparare con più calma.<br />
<br />
Per salutare l'estate che - come avevo decretato a giugno - è stata la stagione delle pesche (ne ho mangiate un quintale, in ogni forma. Perché io non vado a fissazioni, no), l'altra sera ho sbucciato le ultime pesche nella fruttiera, le ho fatte a pezzetti e ho improvvisato un crumble.<br />
<br />
COSA SERVE<br />
100 grammi di farina<br />
50 grammi di burro<br />
50 grammi di zucchero<br />
<br />
3 pesche<br />
1 cucchiaio di zucchero di canna (se lo avete)<br />
un tocchetto di burro<br />
nocciole<br />
<br />
Sbucciate le pesche e tagliatele a pezzetti, mettetele in una padella con zucchero e burro finché non si ammorbidiscono e si ritira un po' il succo.<br />
Con le dita impastare farina, zucchero, burro ammorbidito. In delle piccole ciotole versare le pesche e sopra sbriciolare l'impasto. Se volete, aggiungete delle nocciole pestate grossolanamente con una tazza.<br />
In forno a 180 gradi per una ventina di minuti.<br />
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8DLW5YljpgcCR-EqrhXfW3epfzZPatZ3Sk_-8PidmiAeuiOW-3J1wvx9In4Cb1DJ991pcugOyFrJFfqmppkLaJZy6hBT2BcPiSa967gd-ucVIXyFOHnNA7mA9B8MteS5w1PcRRtJSz9Y/s1600/IMG_8024.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8DLW5YljpgcCR-EqrhXfW3epfzZPatZ3Sk_-8PidmiAeuiOW-3J1wvx9In4Cb1DJ991pcugOyFrJFfqmppkLaJZy6hBT2BcPiSa967gd-ucVIXyFOHnNA7mA9B8MteS5w1PcRRtJSz9Y/s320/IMG_8024.JPG" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
Un po' di nostalgia, un po' di cose da imparare per diventare grandi. <b><span style="color: purple;">La prospettiva Nevsky</span></b> di <b><span style="color: purple;">Franco Battiato</span></b><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/zWViOtrFcrs/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/zWViOtrFcrs?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />
<br />Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-81359348834639685282015-06-18T17:38:00.000+02:002015-06-18T17:42:41.219+02:00Le piccole cose: l'estate della torta alle pesche<br />
Questa sarà, senza ombra di dubbio, l'estate della torta alle pesche. Ne ho la certezza perché da quando ho avuto la ricetta dal suo creatore, lo chef Samuele Cosentino de "Gli orti di via Elisa" di Lucca, l'ho fatta già due volte. L'ho scelta come torta da portare al battesimo della mia nipotina, allegata a una letterina solo per lei, dove c'erano un mucchio di piccole cose frivole e anche alcune importanti. L'ho fatta anche per una cena tra gli amici ieri sera, con Emma che si è divertita a portare in tavola i giochi e a pretendere di far pettinare i Pony.<br />
L'ho scelta perché è semplice (5 minuti di esecuzione, 30 minuti di cottura), rustica - come la sua grana di farina di mais - sa di estate ed è succosa, profumata. Come una promessa di estate, dopo un lungo inverno.<br />
Provatela a mangiare, in piedi in cucina, e ditemi se non ho ragione.<br />
<br />
Mi permetto di pubblicare la ricetta di Samuele, a cui va tutto il merito. La ricetta originale prevede l'utilizzo del Formenton 8 File della Garfagnana, una farina di un mais particolare che si trova in quei luoghi meravigliosi, realizzata da piccoli produttori. Per cui se la trovate, agguantatela. Se non riuscite a trovarla, accontentatevi di una farina di mais fioretto :)<br />
<br />
COSA SERVE:<br />
<br />
3 uova<br />
75 grammi di farina di mais<br />
150 grammi di zucchero<br />
150 grammi di burro<br />
1 bustina di lievito<br />
3 pesche succose (non noci)<br />
<br />
Sbucciate le pesche, sciogliete il burro e accendete il forno a 180 gradi. Sbattere in una ciotola 3 uova e aggiungere lo zucchero, la farina di mais, il lievito, due pesche a tocchetti e il burro fuso. Imburrare una tortiera e coprirla con carta da forno. Versare il composto e aggiungere i tocchetti dell'ultima pesca. Infornare e cuocere per 30 minuti. Non vi preoccupate se la consistenza vi sembra liquida: la farina di mais farà il suo dovere e la consistenza sarà perfetta.<br />
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEispMH9GBFsWEVgAHnpp1WoBIkKlSe5D_0DDvkPPLclO8JHV7RmWqBsbkfRIw5tK75ulYdfEKxU9PaBS8g_Zk_FdIwQR3n23Rc-uC-LJ4E6mCLbCgQbZg0wp-ZcRanXLv1XLcsrjdcE3JQ/s1600/IMG_7457.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEispMH9GBFsWEVgAHnpp1WoBIkKlSe5D_0DDvkPPLclO8JHV7RmWqBsbkfRIw5tK75ulYdfEKxU9PaBS8g_Zk_FdIwQR3n23Rc-uC-LJ4E6mCLbCgQbZg0wp-ZcRanXLv1XLcsrjdcE3JQ/s320/IMG_7457.JPG" width="240" /></a></div>
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtld3D52IjDZRb_nXX5ECom29dmevM3oKy8ZDvqOl3hJCI6eF4h16WrIHig0V2xBgtw51bfQpJYtYjHDY3yD2Dx7cr_QvkmJl1fGCSkich8svWH4tSXAztdLIdOJLplc9vEH3FzlYR5S8/s1600/IMG_7458.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtld3D52IjDZRb_nXX5ECom29dmevM3oKy8ZDvqOl3hJCI6eF4h16WrIHig0V2xBgtw51bfQpJYtYjHDY3yD2Dx7cr_QvkmJl1fGCSkich8svWH4tSXAztdLIdOJLplc9vEH3FzlYR5S8/s320/IMG_7458.JPG" width="320" /></a></div>
<br />
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<br />
"Chissà se qualcuno raccoglie quei baci mai dati, i gesti invisibili come bottoni smarriti". Perché non è forse vero che sono i piccoli dettagli a fare la bellezza?<br />
<b><span style="color: purple;">Il dio delle piccole cose</span></b>, di <span style="color: purple;">Gazzè, Silvestri, Fabbi</span><br />
<span style="color: purple;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/9LgDKk34BSw/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/9LgDKk34BSw?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<br />Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-34101000965202135252015-03-15T16:04:00.000+01:002015-03-15T16:04:01.005+01:00L'imperfezione delle meringhe (e un Saint Pierre)Le meringhe sono belle. Non c'è altro da aggiungere. Anche se non siete dei grandi estimatori, non si può non restare affascinati dagli albumi lucidi che montano e dalla forma leggera, ma concreta, degli "spumini". Mia mamma è la signora delle meringhe, le fa con una semplicità disarmante, le farcisce di panna montata come fosse un gioco da ragazzi. A me non sono mai venute bene, non so cosa mi sfugge in particolare, se la cottura o i tempi, o ancora il modo di creare la forma giusta. Così quando sul meraviglioso libro di Sabrine d'Aubergine, "Fragole a merenda" (nato dal suo blog <a href="http://www.fragoleamerenda.it/">www.fragoleamerenda.it</a>) di Guido Tommasi editore, ho trovato consigli e racconti su come non farsi intimorire dalle meringhe, ho voluto provare. Merito anche dei 6 (sei!) albumi avanzati dalla ricetta del Saint Pierre, che voleva solo i tuorli. E che dovevo fare, buttarli?<br />
<br />
Così mi sono avventurata nelle meringhe, mentre polemizzavo, mi arrabbiavo, facevo le smorfie per capire se la consistenza fosse giusta e Davide ed Emma mi guardavano perplessi e anche un po' intimoriti. Dentro non sono venute perfettamente cotte, ma all'esterno sono belle e il gusto è buono. Insomma c'è molto da lavorare. Perché inutile dire, le meringhe sembrano molto facili, con pochi ingredienti e pochi passi da eseguire. Ma la verità è che, come in tutte le cose semplici (non facili), basta niente per mandare tutto in fumo.<br />
<br />
Dopo queste profonde riflessioni domenicali, invece ecco la ricetta del Saint Pierre di Trish Deseine. Stasera lo mangeremo con gli amici storici, una tribù che cresce ogni anno che passa... (aprirò di sicuro il vasetto di Nocciolata, ciao dieta).<br />
<br />
COSA SERVE:<br />
250 grammi di farina<br />
150 grammi di zucchero<br />
180 grammi di burro salato a temperatura ambiente<br />
5 tuorli più uno per spennellare la superficie<br />
mezza bustina di lievito<br />
<br />
Mettere in una ciotola capiente la farina a fontana. Al centro mettere i cinque tuorli, lo zucchero e lavorare fino a fare delle briciole, poi aggiungere il burro tagliato a dadini e mescolare bene con le mani fino a rendere il composto amalgamato ma non uniforme. Mettere in una tortiera tonda imburrata e spennellare con il tuorlo sbattuto, tenuto da parte. Infornare a 180 gradi per circa mezzora.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9ptmLyG1hx18_Si5xROzN6jO9Ymeqgb7xyWsUjydZ-VuwjrDQwJxRgTFXgr9pzJ5RSHVfy1vb5mgpIkGIUrM_bypYaqKB0dXt5E-HYCLBNtEf9LaC1t3sQH5dpEVjDfp4CWwXrjL4IiU/s1600/IMG_6697.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9ptmLyG1hx18_Si5xROzN6jO9Ymeqgb7xyWsUjydZ-VuwjrDQwJxRgTFXgr9pzJ5RSHVfy1vb5mgpIkGIUrM_bypYaqKB0dXt5E-HYCLBNtEf9LaC1t3sQH5dpEVjDfp4CWwXrjL4IiU/s1600/IMG_6697.JPG" height="320" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrnmYM4uChY5KrouhV7wcl30sYQOKMvaeATXMa6cUFLApDcKOVpqcrZGqwKM9m-eHVQ2h7g0HM3FuLFzIyvVt79SwjcrWkPNzkpBDN1xt0yWUAWhSUI7dGUUEFF70Z8mVx1sguWSI0En8/s1600/IMG_6686.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrnmYM4uChY5KrouhV7wcl30sYQOKMvaeATXMa6cUFLApDcKOVpqcrZGqwKM9m-eHVQ2h7g0HM3FuLFzIyvVt79SwjcrWkPNzkpBDN1xt0yWUAWhSUI7dGUUEFF70Z8mVx1sguWSI0En8/s1600/IMG_6686.JPG" height="240" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKu-c52FnauufNvHlI2pnc41Ui1Cu76jjTFwtlddjCT8xm-6mN5cM6Obd_rfUbet6HTwLwRe_8Va8bVUkxfrBAbNm16c4ObOeWRWcaY1F608yEiwqnqAsGTBOwrTD45oH5HY5gwlh9XVQ/s1600/IMG_6695.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKu-c52FnauufNvHlI2pnc41Ui1Cu76jjTFwtlddjCT8xm-6mN5cM6Obd_rfUbet6HTwLwRe_8Va8bVUkxfrBAbNm16c4ObOeWRWcaY1F608yEiwqnqAsGTBOwrTD45oH5HY5gwlh9XVQ/s1600/IMG_6695.JPG" height="240" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSrvkVCHEc5MGFra1VG-HYOLej-vjVd-1gku3NWrzW9wr218rFrVlQ2Fm5aOBu8C722qIDjiZTYSboGyEjGGFMdN2e9h9HEJGe3JbYKFCkT7Bu8qzXeI4xxqN9MpOf2t0-0w9DTAM2Me0/s1600/IMG_6696.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSrvkVCHEc5MGFra1VG-HYOLej-vjVd-1gku3NWrzW9wr218rFrVlQ2Fm5aOBu8C722qIDjiZTYSboGyEjGGFMdN2e9h9HEJGe3JbYKFCkT7Bu8qzXeI4xxqN9MpOf2t0-0w9DTAM2Me0/s1600/IMG_6696.JPG" height="240" width="320" /></a></div>
<br />
Emma in questo periodo è in piena fase "adoro la musica" e quindi, oltre a prenderle libri con gli strumenti, le faccio sentire "roba buona". Ieri grande soddisfazione: in auto con la radio accesa, hanno passato su Radio Capital il singolo <b><span style="color: purple;">Beryl</span></b> del nuovo album di <b><span style="color: purple;">Mark Knopfler</span></b> e Emma contentissima ha strillato "Chitarra". E come no? Se non è LA chitarra la sua!<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://ytimg.googleusercontent.com/vi/UKjEKM6Jhmo/0.jpg" src="http://www.youtube.com/embed/UKjEKM6Jhmo?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<br />
<br />Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-58750668501598056292015-03-03T18:31:00.000+01:002015-03-04T00:13:15.160+01:00Cinque virus, una mamma e una torta alle meleChe la vita non sia perfetta, è una scontata banalità. E che la vita da mamma a volte possa essere ancora meno perfetta, probabilmente lo sapevate già prima di me. Sempre in bilico tra centinaia di cose da fare, tra sensi di colpa e voglie di libertà ("me li meriterò 10 minuti, dieci, per me stasera, no??'"), tra stimoli continui sulla gioia di essere madri, "ma non ti dimenticare che per prima cosa sei anche moglie e donna", come riecheggia minacciosa ogni singola rivista femminile. Seeee, ok. E in più, tutti i luoghi comuni e i continui confronti con le altre mamme, sulla loro idea di pisolino, di alimentazione, di educazione.<br>
Poi ci si mettono cinque virus consecutivi (primo anno di nido, che ci vuole?), che anche io ho vinto alla lotteria della fortuna insieme alla piccina, una colica addominale e quindi... a un certo punto urge uno stop. Non è che ti vuoi fermare, è che proprio non riesci ad assumere una posizione eretta, ma solo quella sposabile a un divano. Un paio di giornate a casa, con molto tempo a disposizione. All'inizio una sensazione di incredulità (che davvero, non devo fare niente?), poi una sbornia vera e propria di vita. Che in realtà per me si concretizza con tanti libri, tè e un sacco di tempo per pensare. Peccato per il gran mal di stomaco che quello no, non era tra le cose positive.<br>
Ieri anche Emma è rimasta a casa con me (sempre per l'ennesimo virus), pioveva di brutto. Due sono stati gli ingredienti per svoltare la giornata: un libro bellissimo sugli strumenti - con annesso cd per imparare a riconoscerli che ci ha fatto buttare via dal ridere, dato che ci ostinavamo a mimare il tizio che suonava - e una torta alla mele. Una di quelle buone, semplici, che non fanno male a nessuno, nemmeno a noi due, reduci da multiplo-virus. Abbiamo affettato le mele, imparando a contare - con l'unico problema che secondo Emma il sei è bello e quindi va detto più volte - e abbiamo sfornato la torta dicendo che era per colazione. Salvo poi vederla prendere un pezzo ancora tiepido, ridendo.<br>
<br>
Perché poi il punto è questo. La vita davvero non è perfetta, come una torta di mele non cotta a puntino o non abbastanza bella come le foto dei libri di cucina. Ma lei sa rendere un attimo perfetto. E tanto basta.<br>
<br>
La ricetta è del libro "Bolli bolli pentolino" dei nidi d'infanzia del Comune di Bologna, quindi davvero un gran male non può fare. In più si mettono tutti gli ingredienti insieme e i bambini possono mischiare con il cucchiaio senza fare nessun danno. Nessuna preoccupazione estetica o di buona riuscita. Il gioco fatto torta.<br>
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<br>
COSA SERVE:<br>
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un chilo di mele<br>
2 uova<br>
200 gr di farina<br>
100 gr di zucchero<br>
40 ml di olio di oliva<br>
200 ml di latte<br>
scorza grattugiata di un limone<br>
una bustina di lievito (16 gr)<br>
<br>Sbucciare le mele e tagliarle a fettine sottili. Mettere in un recipiente la farina a fontana. A parte sbattere le uova con lo zucchero, poi aggiungerle alla farina. Versare tutti gli ingredienti insieme e mescolare bene, da ultimo aggiungere le mele e girare più volte con un mestolo. Imburrare e infarinare uno stampo tondo e infornare a 180 gradi per almeno un'ora.<br>
<br>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguGojACbtZ6-HlUd5j7KyPBNdTnsoucYD6I9QXcpWlED4wm9VsEOZ_DpvlTP51HqZjEv77U0tTtcozTYdj4DU0mIEXfWfEtGMRcUbGP67YkOQbMKG8JAIP7Xa2tLyHunJv1kNozMZt5RY/s1600/IMG_6582.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguGojACbtZ6-HlUd5j7KyPBNdTnsoucYD6I9QXcpWlED4wm9VsEOZ_DpvlTP51HqZjEv77U0tTtcozTYdj4DU0mIEXfWfEtGMRcUbGP67YkOQbMKG8JAIP7Xa2tLyHunJv1kNozMZt5RY/s1600/IMG_6582.JPG" height="320" width="320"></a></div>
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Accompagnate con una bella risata e perché no... con un bel classico. A casa nostra va per la maggiore:<b><span style="color: purple;"> Pierino e il lupo</span></b><br>
<b><span style="color: purple;"><br></span></b>
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<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://ytimg.googleusercontent.com/vi/XHjSZJcrS90/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="http://www.youtube.com/embed/XHjSZJcrS90?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
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<br>Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-90867147092114234682014-12-13T16:01:00.001+01:002014-12-13T16:27:01.010+01:00Un Natale profumato al burro<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFrz9Gj57hMg0a-158AVXYHCNvD4f0_Po1LXJpaMnXXW2FXoBsO2-jyLcpvudHMBBjxWqow4b9Qz2Frd5qGD0cPoLIs7PDTDOB9lKM-5D-PWt505XbyTx_FwZG344r_KbKIC4JVeTCpAI/s1600/IMG_6061.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFrz9Gj57hMg0a-158AVXYHCNvD4f0_Po1LXJpaMnXXW2FXoBsO2-jyLcpvudHMBBjxWqow4b9Qz2Frd5qGD0cPoLIs7PDTDOB9lKM-5D-PWt505XbyTx_FwZG344r_KbKIC4JVeTCpAI/s1600/IMG_6061.JPG" height="320" width="320" /></a></div>
Ho sempre desiderato un abete vero da addobbare per Natale. Ma l'unica volta che l'ho comprato, il primo anno che siamo andati a vivere insieme io e Dav, l'abete Eriberto ha issato bandiera bianca già a inizio gennaio, complice il riscaldamento condominiale stile caraibico. Da allora ho lasciato perdere, accontentandomi di quello artificiale, addobbandolo come piace a me, con un sacco di colori e luci rigorosamente chiare. Quest'anno però, visto che abbiamo un pezzetto di giardino, è tornato anche lui, un piccolo "Eriberto" e Davide me lo ha portato a casa tutto orgoglioso con una marea di luci.<br />
<div>
Così, stavolta, il mio Natale profuma anche di abete, oltre che di legno di ulivo che brucia nel caminetto e di burro che fonde nel forno con i biscotti.</div>
<div>
Ho deciso che alcuni regalini saranno scatole di biscotti. Penso che il tempo sia una delle cose più belle da regalare a qualcuno e nel consegnare ogni scatolina, mi piace pensare che quella persona capisca che le ho dedicato parte della mia giornata e dei miei pensieri, aspettando che i suoi biscotti cuocessero in forno.</div>
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Ho scelto degli shortbread perché il burro è secondo me un piacere irrinunciabile della vita e perché si possono confezionare qualche giorno prima di consegnarli, conservandoli chiusi in una scatola di latta. La ricetta è di Trish Deseine.</div>
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Vi servirà una teglia tonda da crostata, meglio se "smerlata" al bordo.</div>
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COSA SERVE:</div>
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250 gr di burro salato o semi-salato </div>
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85 gr di zucchero</div>
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330 gr di farina</div>
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Scaldare il forno a 150 gradi. Tagliare il burro freddo a cubetti e lavorarlo con le dita velocemente con farina e zucchero. Quando avrete ottenuto una palla "sabbiosa" poggiarla su una superficie fredda e impastarla per un minuto circa. Mettere la pasta nello stampo imburrato e premerla con le dita per livellarla. Infornare per 50 minuti.</div>
<div>
Una volta freddo, tagliare l'impasto in diagonale o a cubetti e chiudere in un barattolo.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheWHJbH_VafGNEaoyWWDhlr3MExxnOxgHjbiAnKCIF5tgKbPR2PFg9Qtx9aSPeemySG1QXQ4oHtDFvZBIMOQFNRdgJb-2erwBG3W6URneFyWan21ca7wEQQ_-Uc5RGdQ23YRqX3VeKkqQ/s1600/FullSizeRender_1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheWHJbH_VafGNEaoyWWDhlr3MExxnOxgHjbiAnKCIF5tgKbPR2PFg9Qtx9aSPeemySG1QXQ4oHtDFvZBIMOQFNRdgJb-2erwBG3W6URneFyWan21ca7wEQQ_-Uc5RGdQ23YRqX3VeKkqQ/s1600/FullSizeRender_1.jpg" height="320" width="240" /></a></div>
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Come cresci veloce, piccola. Già arrivi a staccare i biscotti dall'albero e ti nascondi per mangiarli. Buon Natale, il Natale è tutto per te...</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhv6hCXsVtcHoizgjYqHGocOUZEQGtBv2VPYsSyHyQ0Yvc7g4MheRUzBZ1s2M1csW9RgQx4wowTR8XRTWU4ymVEP5kwe7MFW30O5a6fSZ-lVS8DxnsTlEFJ_ZSk76QD5IyConma8SHMqM/s1600/IMG_6049.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhv6hCXsVtcHoizgjYqHGocOUZEQGtBv2VPYsSyHyQ0Yvc7g4MheRUzBZ1s2M1csW9RgQx4wowTR8XRTWU4ymVEP5kwe7MFW30O5a6fSZ-lVS8DxnsTlEFJ_ZSk76QD5IyConma8SHMqM/s1600/IMG_6049.JPG" height="320" width="320" /></a></div>
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Buon ascolto: <b><span style="color: purple;">A modo tuo</span></b>, <b><span style="color: purple;">Elisa</span></b></div>
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<object width="320" height="266" class="BLOGGER-youtube-video" classid="clsid:D27CDB6E-AE6D-11cf-96B8-444553540000" codebase="http://download.macromedia.com/pub/shockwave/cabs/flash/swflash.cab#version=6,0,40,0" data-thumbnail-src="https://ytimg.googleusercontent.com/vi/R3Wf53M_YRM/0.jpg"><param name="movie" value="https://youtube.googleapis.com/v/R3Wf53M_YRM&source=uds" /><param name="bgcolor" value="#FFFFFF" /><param name="allowFullScreen" value="true" /><embed width="320" height="266" src="https://youtube.googleapis.com/v/R3Wf53M_YRM&source=uds" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true"></embed></object></div>
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Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-30039569078057375272014-10-19T15:28:00.000+02:002014-10-19T15:28:10.564+02:00Non è mai troppo presto per il dolcePer me la casa potrebbe essere semplicemente un'enorme cucina. Quando ho il magone è il posto in cui naturalmente vado a finire, quando voglio prendermi cura delle persone, è anche con farina e zucchero che cerco di dimostrarlo. E' il posto in cui ho sempre fatto i compiti dopo la scuola, il pomeriggio, con mia sorella e poi da sola. Qui il posto in cui smaltivo la tristezza per un amore che passava e qui dove festeggiavo con gli amici, mangiando e bevendo.<br />
Ed è qui che la domenica mattina pasticciamo io e Emma. Non so cosa le abbia insegnato ma fatto sta che oggi, a due anni e mezzo, lei ha fatto il suo primo dolce. Beh, io ho aiutato, ho rotto le uova e messo il ciambellone in forno. Ma il resto, tutto merito suo. Ritta in piedi sulla sedia, il suo metro scarso di altezza, il mestolo in mano e delle grandi risate. Se l'orgoglio di una mamma ha una forma, per me ha la forma di un ciambellone.<br />
<br />
La ricetta viene - con qualche piccola modifica - da un libro tanto semplice quanto geniale. "Bolli bolli pentolino" è la raccolta delle ricette dei nidi d'infanzia comunali di Bologna. Per me che adoro le foto "fighe" di ricette e cibi (e mi vien da pensare che i libri di ricette per bambini a volte sian stati più pensati per le mamme che per loro), è stata una scoperta: ci sono solo disegni, semplicissimi. Come le istruzioni e gli ingredienti. Sarà per quello che a Emma piace sfogliarlo. E sarà per questo che è venuto fuori questo dolcino, facilissimo, con gli ingredienti da mettere insieme tutti in una ciotola e girare, girare insieme.<br />
<br />
COSA SERVE:<br />
3 uova<br />
1 vasetto di yogurt bianco intero (125 grammi)<br />
200 grammi di zucchero<br />
300 grammi di farina<br />
30 grammi di olio evo<br />
la scorza di un limone<br />
una bustina di lievito<br />
<br />
Sbattere le uova con lo zucchero, aggiungere la farina, lo yogurt, la scorza del limone, l'olio e il lievito. Cuocere in forno a 180 gradi per 35 minuti.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmmMow57-yXpHAVbmpvV7Wemd3tTmmqmI47-PU1USaVC5yMU3KKym19GFHgP1OfmuiAjykhEYzvTvBlDBlWET3tZPKvBjlT5fArYTqJZ6e6-ju43UfdiJ7uzp39qpwaJDO1FPw6Zy_Fvg/s1600/IMG_5561.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmmMow57-yXpHAVbmpvV7Wemd3tTmmqmI47-PU1USaVC5yMU3KKym19GFHgP1OfmuiAjykhEYzvTvBlDBlWET3tZPKvBjlT5fArYTqJZ6e6-ju43UfdiJ7uzp39qpwaJDO1FPw6Zy_Fvg/s1600/IMG_5561.JPG" height="320" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
Evidentemente, Ellen Harper deve aver insegnato un mucchio di cose belle a suo figlio Ben... Buon ascolto :) <span style="color: purple;"><b>Ben and Ellen Harper, A House Is a Home</b></span><br />
<span style="color: purple;"><b><br /></b></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<object width="320" height="266" class="BLOGGER-youtube-video" classid="clsid:D27CDB6E-AE6D-11cf-96B8-444553540000" codebase="http://download.macromedia.com/pub/shockwave/cabs/flash/swflash.cab#version=6,0,40,0" data-thumbnail-src="https://ytimg.googleusercontent.com/vi/z2e_w-TWF_0/0.jpg"><param name="movie" value="https://youtube.googleapis.com/v/z2e_w-TWF_0&source=uds" /><param name="bgcolor" value="#FFFFFF" /><param name="allowFullScreen" value="true" /><embed width="320" height="266" src="https://youtube.googleapis.com/v/z2e_w-TWF_0&source=uds" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true"></embed></object></div>
<span style="color: purple;"><b><br /></b></span>
<br />Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-42501449794177276402014-09-22T15:29:00.000+02:002014-09-22T15:32:25.529+02:00Di mele settembrine<div>
Settembre non l'ho mai amato molto. Perché se da una parte era l'inizio del nuovo anno scolastico e di tutti i progetti da mettere in ponte (che università farai? Frequentarai la piscina?) era la fine delle vacanze, con quel sottofondo malinconico molto anni ottanta ("l'estate sta finendo e un anno se ne va"). Per capirsi, io a Ferragosto avevo già il magone.</div>
<div>
Poi piano piano le cose sono cambiate. Sarà stato che per fortuna ho finito il liceo, sarà che ho incrociato uno degli uomini più ottimisti del mondo, sarà che quest'anno è cominciata una scuola speciale, il nido per Emma.</div>
<div>
Che so, possono essere anche stati i fichi appena raccolti dell'albero davanti a casa, profumati di sole. Può essere stata la sveglia mattutina di questo mese, insolitamente di buon'ora. Possono essere state le mele del nuovo raccolto, asprigne e croccanti, comprate al mercato e finite nei dolci. Chissà... </div>
<div>
A ogni modo vi lascio una ricetta semplice, tratta da un bel librino della Guido Tommasi editore ("Torte di mele"), di un Quattro quarti alle mele. L'ho preparato per una cena tra amici, in cui loro, appena tornati dalla Bretagna, hanno preparato un menù di portate francesi. Immaginate la mia felicità, vero?<br />
<br /></div>
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<div class="separator" style="clear: both;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHO5EbJYIwi1ZN_0FTJ7YgMEkGvenmQIM-EhW1MPrwP6cxo5sg_R7ACKig8RJ-Oj2xjGqQY4eMh6HGb7FzXXuEjFzZMNOpRenzyFg0byRxu4HanoALcxV-wzlvZJCqcNkOB6gX4yTDHfc/s640/blogger-image-1021424613.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHO5EbJYIwi1ZN_0FTJ7YgMEkGvenmQIM-EhW1MPrwP6cxo5sg_R7ACKig8RJ-Oj2xjGqQY4eMh6HGb7FzXXuEjFzZMNOpRenzyFg0byRxu4HanoALcxV-wzlvZJCqcNkOB6gX4yTDHfc/s640/blogger-image-1021424613.jpg" /></a></div>
<br /></div>
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<br /></div>
<div>
Cosa serve:</div>
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3 mele</div>
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2 uova </div>
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100 gr di farina</div>
<div>
100 gr di zucchero più 5 cucchiai </div>
<div>
100 gr di burro</div>
<div>
1 cucchiaino di lievito</div>
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<br /></div>
<div>
Sbucciare le mele, togliere il torsolo e tagliare a pezzetti piccoli. Mettere le mele in uno stampo foderato di carta forno e imburrato.</div>
<div>
Sciogliere il burro a bagnomaria e lavorare con l'etto di zucchero. Poi aggiungere le uova, la farina, il lievito.</div>
<div>
Preparare il caramello sciogliendo in un pentolino i 5 cucchiai di zucchero. Togliere dal fuoco appena si scurisce e versare sopra le mele, quindi ricoprire con l'impasto. La torta va cotta in forno già caldo a 200 gradi per 30 minuti. Lasciar raffreddare, capovolgere e servire.<br />
<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiclOpMMaZVJ47no-1riieHQpAsyEB-A9bhVz3V2d-rSFRbagYGODGVCHKYLm82jyyNkGqICFQ-RuyGvlQAfs2ssXKjP6OOsf4C01ILEpRaxbXQPR0KqC8pTnd9vatfShtBGlrKuhYVEfI/s640/blogger-image-325153231.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiclOpMMaZVJ47no-1riieHQpAsyEB-A9bhVz3V2d-rSFRbagYGODGVCHKYLm82jyyNkGqICFQ-RuyGvlQAfs2ssXKjP6OOsf4C01ILEpRaxbXQPR0KqC8pTnd9vatfShtBGlrKuhYVEfI/s640/blogger-image-325153231.jpg" /></a></div>
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Ho raccontato la ricetta su Steller, un social che mi piace moltissimo. Eccola qua!</div>
<a href="https://steller.co/stories/344115112660960577">https://steller.co/stories/344115112660960577</a><br />
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<br /></div>
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"September is coming soon, i'm pining for the moon...". Una delle mie canzoni preferite, <b><span style="color: purple;">Nightswimming</span></b> dei <span style="color: purple;"><b>REM</b></span> parla di settembre e anche se l'ho già postata, non posso non ripetermi. Buon settembre anche a voi, qualsiasi cosa vogliate iniziare.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/ahJ6Kh8klM4?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
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Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-86672757975615906132014-07-25T17:31:00.000+02:002014-07-26T00:30:41.177+02:00Crema e lamponi per una sorellaChi non cambia mai idea secondo me è uno sciocco. Quando ero piccola non mi piacevano i lamponi. Detestavo i semini, quel sapore vagamente asprigno. Adesso non posso farne a meno: appena arriva l'estate li metto dovunque. Torte, gelati, acqua gelata.<br>
<br>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9Ta1K8_wnoid0s4hycwGTyyrmprsjX-A7lor9wEFiOyNMzgTz08Gyw9JW5Cn49m88Gqk20o72KC4o5lkXPSVYkj570pYr0XrogUpJktlH8XON60XGTR_HRSfup0fGhs0KgStRxvfZGSs/s1600/foto-8.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9Ta1K8_wnoid0s4hycwGTyyrmprsjX-A7lor9wEFiOyNMzgTz08Gyw9JW5Cn49m88Gqk20o72KC4o5lkXPSVYkj570pYr0XrogUpJktlH8XON60XGTR_HRSfup0fGhs0KgStRxvfZGSs/s1600/foto-8.JPG" height="320" width="320"></a></div>
<br>
<br>
E sono finiti anche nel dolce che ho preparato per i 40 anni di mia sorella.<br>
E' stata una bella festa, in una cascina, con l'aia. Di quelle che piacciono a me.<br>
Io ho preparato due dolci: una whisked sponge ripiena di crema e lamponi e una crostata al limone. L'estate in tutta la sua dolcezza, insomma.<br>
<br>
<b>Per la sponge</b> (ricetta di Trish Deseine):<br>
<br>
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4 uova </div>
<div>
100 gr di zucchero</div>
<div>
100 gr di farina</div>
<div>
1/2 bustina di lievito</div>
<div>
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Scaldare il forno 180 gradi. Sbattere uova e zucchero in una ciotola con uno sbattitore elettrico per almeno 5 minuti, finché il composto non diventa chiaro e denso. Aggiungere la farina e il lievito un cucchiaio alla volta, sollevando bene il composto perché prenda aria, evitando quindi di sbatterlo troppo. Versare nello stampo imburrato e foderato con carta forno e infornare per 20-25 minuti. Per verificare se è cotto si può premere un dito (non esagerate!) per vedere se lascia un'impronta: in quel caso la cottura va bene. Va fatto raffreddare completamente prima di tagliarlo in due dischi per la farcitura. </div>
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<b>Ho fatto una crema</b>, con la nostra ricetta tradizionale che usa come misure cucchiai e bicchieri. Ho usato <b>latte senza lattosio</b>, così hanno potuto mangiarla anche gli intolleranti.<br>
Come si fa: mettere a bollire 4 bicchieri di latte in una pentola con la scorza di un limone. In un pentolino sbattere 4 rossi d'uovo, 4 cucchiai di zucchero e 4 di farina. Aggiungere piano piano il latte bollente e mettere sul fuoco, girando finché non si è rassodata.<br>
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Una volta che la crema è fredda, spalmarla nel disco inferiore della sponge, aggiungere i lamponi lavati e lasciati asciugare all'aria (sennò si rompono!) e ricoprire con l'altro disco. Spolverare con zucchero a velo.<br>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiy7p3cpn6VWQcogP-hE3E80gPS_9GgDBrEY4VW2ALjhU7Vro0G7uOgpT40l4NLGM2FDACW8JIPT1WkwiWROzwRq60yp7iSE5wvHSgLD4UHNHgpbKTYJoHsaAsQbMc7bJXIShPx9prtnJM/s1600/foto+2-6.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiy7p3cpn6VWQcogP-hE3E80gPS_9GgDBrEY4VW2ALjhU7Vro0G7uOgpT40l4NLGM2FDACW8JIPT1WkwiWROzwRq60yp7iSE5wvHSgLD4UHNHgpbKTYJoHsaAsQbMc7bJXIShPx9prtnJM/s1600/foto+2-6.JPG" height="320" width="320"></a></div>
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E questa è l'altra torta, la crostata al limone. Semplice, rustica ma dolce. Come la mia sorellina.<br>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilF4RIyt-htJgXklRp8MM22BICkrXf-d772LqWB1tVkgVx5dQDup-MypLZ7ubec48wj2UHZcYECDYIErj8YyNL9Cs9OptrlZrHq6V_QGoGrGHITe8hiAyoInCYnL-zupGWggMOTei-kXU/s1600/foto+1-2.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilF4RIyt-htJgXklRp8MM22BICkrXf-d772LqWB1tVkgVx5dQDup-MypLZ7ubec48wj2UHZcYECDYIErj8YyNL9Cs9OptrlZrHq6V_QGoGrGHITe8hiAyoInCYnL-zupGWggMOTei-kXU/s1600/foto+1-2.JPG" height="320" width="320"></a></div>
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Qualche giorno fa sono stata a un bel concerto. Era una vita che non sentivo la musica in piazza, con la gente che si stringe attorno e il ritmo che fa il solletico. <span style="color: purple;"><b>Stubborn love</b></span> di <span style="color: purple; font-weight: bold;">The Lumineers</span>. Buona estate a voi!<br>
<b><span style="color: purple;"><br></span></b>
<b><span style="color: purple;"><br></span></b>
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<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/6GFvUCcljkM?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<b><span style="color: purple;"><br></span></b></div>
Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-79539635810181771252014-03-21T17:41:00.001+01:002014-03-21T17:41:32.024+01:00Torta mele e mandorle di inizio primaveraVi risparmio l'elenco delle cose che mi fanno presagire l'arrivo della primavera ma vi assicuro che comincio ad annusare l'aria già da febbraio spiando ogni possibile segnale. Oggi festeggio l'arrivo della stagione dell'aria aperta e del vento, delle passeggiate con Emma con una torta semplice, senza burro e leggera, che spero farà passare l'influenza alla piccola di casa. Almeno, se non le abbasserà la febbre, le risolleverà l'umore. <div>
La ricetta viene da "Torte di mele", un libretto della Guido Tommaso editore.</div>
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COSA SERVE:</div>
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3 mele grandi</div>
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1 limone</div>
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4 uova</div>
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150 grammi di zucchero</div>
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100 grammi di farina</div>
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100 grammi di mandorle tritate </div>
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mezza bustina di lievito</div>
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Sbucciare le mele e tagliarle a pezzettino: metterle in una ciotola e innaffiarle con il succo di limone. Separare i tuorli dalle chiare e tenerle da parte. In una terrina sbattere bene i tuorli con lo zucchero in modo che venga un composto spumoso, aggiungere farina, mandorle tritate e le mele e il lievito. Montare gli albumi a neve e incorporare al composto piano e con movimenti dal basso verso l'alto per non sgonfiare l'impasto. Versare in una tortiera di 20-21 centimetri imburrata e infarinata. La torta va cotta in forno già caldo a 180 gradi per un'ora.</div>
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Una volta fredda, spolverare la torta con zucchero a velo prima di servire.</div>
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"Primavera non bussa lei entra sicura, come il fumo lei penetra in ogni fessura...". Questa bellissima canzone di <b><span style="color: purple;">De André,</span></b> <b><span style="color: purple;">"Un chimico"</span></b> era nel primo cd che ho fatto per Davide (ebbene sì, pochi anni fa si facevano ancora i cd...) e lo accompagnava lungo i viaggi tra Perugia e Ferrara. Quelli per raggiungermi.</div>
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<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/jVBC2q38M4g?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
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Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-381860865498668006.post-64088562016899860592014-02-21T18:05:00.001+01:002014-02-21T18:06:32.548+01:00Panna e lamponi per compleannoHo un'amica speciale, che mi conosce da anni. Ho studiato sui banchi del liceo con lei, ci siamo fatte l'in bocca al lupo per gli esami all'Università, ci siamo prestate le spalle a vicenda quando gli amori finivano, eravamo lì l'una per l'altra quando i nostri "ragazzi" ci hanno messo la fede al dito, strizzandoci l'occhio per farci passare la strizza.<br />
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E quando un'amica del genere compie gli anni, pensi a con che torta festeggiarla. Volevo una torta bella, come lei, ricca ma che non stuccasse. Alla fine mi è venuta in mente un'immagine: un dolce al cioccolato con la panna e i lamponi. Il resto è venuto da se: ho preso come base una ricetta di Trish Deseine e l'ho completata a gusto mio. Chiunque dobbiate festeggiare, potete benissimo fidarvi: gli piacerà. </div>
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TORTA AL CACAO CON PANNA E LAMPONI</div>
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4 uova</div>
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220 grammi di zucchero</div>
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220 grammi di burro </div>
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220 grammi di farina</div>
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4 cucchiai di cacao sciolti in 4 cucchiai di acqua calda</div>
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2 cucchiaini di lievito</div>
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500 ml di panna fresca</div>
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un cucchiaio di zucchero a velo</div>
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lamponi freschi</div>
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Togliere il burro dal frigo e lasciare ammorbidire (se avete furia, potete fargli fare un giro in microonde ma non dovete farlo sciogliere!) e accendere il forno a 180 gradi. Mettere tutti gli ingredienti in una ciotola e frullare con lo sbattitore elettrico finché non saranno amalgamati. Versare in una tortiera con cerniera imburrata e cuocere per 25 minuti. Togliere dal forno e lasciare raffreddare.</div>
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Quando sarà completamente fredda, tagliare in senso orizzontale in modo da ottenere due dischi. Montare la panna in modo che sia ben ferma e da ultimo aggiungere un cucchiaio di zucchero a velo e finire di montare. Spalmare la panna con una spatola su uno dei dischi e appoggiare sopra l'altro. Con una sac à poche fare degli "spumini" con la panna decorando tutta la superficie.</div>
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Lavare i lamponi con molta cura e lasciarli asciugare all'aria su un canovaccio pulito (non strofinateli o si sciuperanno) e infine guarnire la torta. </div>
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Qua ci sono i primi alberi fioriti... <b><span class="Apple-style-span" style="color: purple;">There she goes again</span></b>, <b><span class="Apple-style-span" style="color: purple;">The La's</span></b>, per la primavera in anticipo</div>
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Elisa Gentilinihttp://www.blogger.com/profile/11359540352763340601noreply@blogger.com0