Ottobre, armata di tachiprina e fughe: schiacciata con l'uva

Il primo di ottobre qualcuno ha deciso di premere un tasto sull'accensione dell'autunno. Qui è arrivata la prima pioggia, il primo fresco e i primi grigi di cielo. Chi soffre di emicrania sa per esperienza che questo è uno dei momenti peggiori dell'anno, che non si dovrebbe quindi esagerare con gli zuccheri e, armati di tachipirina, aspettare tempi migliori. Io però me ne infischio (della questione zuccheri, dico) e, armata di tachipirina, ieri mattina ho fatto una delle cose più autunnali possibili qui in Toscana: la schiacciata con l'uva.
Ma siccome era sabato mattina, e per mia regola personale sabato è LA giornata con Emma e non volevo toglierci troppo tempo nei campi davanti a casa (dove tutti i pomeriggi gioca una tribù di bambini, tanto che se un giorno mi convinco, faccio una materna condominiale e arrivederci), ho usato un escamotage: ho comprato la pasta di pane fresca già pronta. Nell'allungare il braccio al supermercato per prenderla ho avvertito un sottile senso di disagio, pensando che avrei potuto farla io. Poi ho pensato al tempo necessario per impastarlo, alle fughe dalla gatta che cerca di mette il naso nelle ciotole che trova in cucina e il senso di disagio si è, come dire, volatilizzato.
Quindi la cosa è semplicissima, gli ingredienti pochi e viene fuori una schiacciata dolce ma non troppo, che profuma proprio di inizio autunno.
A me in realtà la schiacciata con l'uva ricorda tantissimo i compleanni di un mio compagno di scuola delle elementari. Festeggiava a fine dicembre ma sulla sua tavola dei dolci non mancava mai la schiacciata con l'uva fatta dalla sua nonna, che aveva una ricetta personale di famiglia, di origini contadine, che somigliava più a un dolce che a una "schiaccia". Ricordo il profumo dell'anice, per me così strano all'epoca e lo scricchiolio dei semi dell'uva sotto i denti. 

COSA SERVE
una vaschetta di pasta di pane fresca (penso sia circa 500 grammi)
800 grammi di uva nera (in Toscana si usa la canaiola, piccola e con i semi ma io ho preso un'altra varietà)
50 grammi di zucchero più 5 cucchiai
olio extra vergine di oliva toscano
semi di anice

Togliere la pasta di pane dal frigorifero e lasciarla riposare mezzora. Aggiungere 50 grammi di zucchero e 3 o 4 cucchiai di olio e impastare. Dividere l'impasto in due parti. Foderare una teglia quadrata con la carta forno e versarci un filo di olio. Stendere la prima pallina di pasta con il matterello e mettere nella teglia. Adagiare metà dei chicchi d'uva lavati e asciugati e aggiungere due cucchiai di zucchero. Stendere anche il secondo impasto e metterlo sopra, chiudendo i bordi. Il resto dell'uva va in superficie con altri 3 cucchiai di zucchero e i semi di anice, con un ultimo filo d'olio. In forno a 190 gradi per 45 minuti.




Poi, se avete la fortuna di vivere vicino alle colline, fate una fuga per qualche minuto di meraviglia. Funziona meglio della tachipirina.



"Da quanto ti volevo ti ho cercata, dentro me e nel mondo. Da quando ti volevo ti ho trovata, eccoti felicità". Levante, La rivincita dei buoni (album "Abbi cura di te")




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